Solo gli stupidi festeggiano Capodanno il 1° gennaio: parola di Aelfric il Grammatico

Più volte, su questi schermi, ho avuto modo di affermare che la data del 1° gennaio non era particolarmente importante, agli occhi degli uomini medievali. Certo, era il giorno in cui gli Antichi Romani avevano avuto l’abitudine di far iniziare l’anno, ma l’Occidente medievale si era presto allontanato da questa consuetudine; a livello religioso, il calendario liturgico ricordava al 1° gennaio la data della circoncisione di Gesù Bambino… ma diciamo pure che non è esattamente quello l’episodio più significativo della storia della Salvezza. Sicché, fin dai primi secoli del Medioevo, la cristianità prese l’abitudine di far iniziare l’anno in date che fossero più profondamente ancorate agli eventi del calendario liturgico: molti popoli optarono per il 25 dicembre e altri preferirono il 25 marzo, onorando in tal modo l’incarnazione di Gesù.

E tutto ciò che ho appena scritto è sicuramente vero… a meno che non si parli di piccoli lembi d’Europa. La Spagna, per esempio, che però oggi non ci interessa, e poi le isole britanniche d’età anglosassone. Lì (forse a causa del relativo isolamento che rendeva meno immediati gli scambi culturali col continente) si conservò più a lungo la consuetudine romana di far iniziare l’anno il 1° gennaio. Nel corso del Medioevo, anche gli Inglesi si piegarono ai costumi continentali adottando dapprima lo stile della natività e poi e quello dell’incarnazione; ma ci vollero parecchi secoli prima di arrivare a questo risultato; e, naturalmente, i moralisti di passaggio ebbero ampio modo di dar voce al loro scandalo. Con che coraggio il popolo britannico si ostinava a basare il suo computo del tempo su quanto prescritto da un calendario arcaico, pagano e, oltretutto, ormai caduto in disuso quasi ovunque?

***

Tra i più accaniti critici del Capodanno al 1° gennaio c’era sicuramente Aelfric il Grammatico, abate benedettino del X secolo la cui grafomania consegnò alla Storia una miriade di testi in Inglese antico, preziosissimi per gli studiosi di Linguistica. In effetti, persino le sue rampogne contro il Capodanno sono un tesoro prezioso per i filologi: Aelfric è l’unico autore d’età anglosassone a dirci che, a quell’epoca, 1° gennaio era definito geares dæg; letteralmente, “giorno dell’anno”.

Al malcostume di festeggiare siffatta ricorrenza è destinata l’omelia che Aelfric dedicò alla festa della circoncisione di Cristo (che, per l’appunto, la Chiesa festeggia il 1° gennaio, a otto giorni di distanza dal Natale). In toni sprezzanti, l’abate commentava:

Abbiamo spesso avuto modo di sentire individui che si riferiscono a questa data con il termine di geares dæg, poiché lo ritengono il primo giorno dell'anno, ma non siamo stati in grado di trovare nei testi sacri alcuna spiegazione del perché proprio questo giorno dovrebbe effettivamente essere considerato il primo. Nei tempi pagani, gli Antichi Romani facevano iniziare il loro anno in questo giorno; gli Ebrei, all'equinozio di primavera; i Greci, al solstizio d'estate e gli Egiziani nel momento in cui cominciavano a mietere il grano. E ancor oggi i nostri calendari cominciano convenzionalmente in questo giorno, per uniformarsi alla pratica romana; ma se lo fanno, è unicamente a causa di un costume antico.

Sarebbe facile cedere al pregiudizio e immaginare Aelfric come un rigoroso religioso che odia i costumi romani perché di origine pagana e vorrebbe invece una spartizione del tempo totalmente allineata ai ritmi della Chiesa. In realtà, non è proprio così: anzi, Aelfric trova del tutto normale (se non addirittura positivo) che il tempo del mondo non sia allineato a quello della liturgia:  

Alcuni dei nostri libri liturgici prendono avvio col primo giorno d’Avvento, ma in ogni caso nessuno considera quella data l’inizio dell’anno. E dunque allo stesso modo non c’è alcuna ragione per considerare tale la data del 1° gennaio, nonostante i nostri calendari si ostinino a fare il contrario.

Come a dire: ancorare a un evento religioso il calendario civile sarebbe scelta illogica e irrazionale. Dunque, a maggior ragione non si capisce perché si debba far iniziare l’anno in una data che non ha manco un significato religioso ed è stata scelta in modo puramente casuale, senza alcuna ragione logica.

L’alternativa di Aelfric? Se l’abate avesse avuto il potere di scegliere, avrebbe fissato il Capodanno al 21 marzo, in concomitanza con l’equinozio di primavera. Lo avrebbe fatto, innanzi tutto, per ragioni pratiche che sono evidenti a tutti: in quel periodo dell’anno, è la terra stessa a rinascere preparandosi a un nuovo ciclo e a un’esplosione di vita; a maggior ragione, sarebbe logico prendere atto di ciò che il mondo naturale sta comunicando e allineare a esso i ritmi umani. E anche i calendari, naturalmente.

Non di meno, la Bibbia afferma che, poco dopo aver liberato gli Ebrei dalla schiavitù in Egitto, Dio comunicò a Mosè che «questo mese sarà per voi il primo dei mesi: sarà per voi il primo dei mesi dell’anno» (Es. 12, 2) e proseguì dandogli tutte le istruzioni per celebrare la Pasqua in memoria di quell’evento. Naturalmente, la Pasqua si celebra in primavera; dunque a maggior ragione sarebbe stato opportuno far iniziare l’anno in quella stagione, secondo il giudizio di Aelfric. Il quale proseguiva la sua argomentazione rifacendosi a una teoria molto diffusa nel cristianesimo dell’epoca: quella per cui il primo giorno della creazione avrebbe avuto luogo proprio all’equinozio di primavera. Dio, che è un tipo preciso che ama fare le cose a modino, non avrebbe mai potuto iniziare un lavoro se non in condizioni di perfetto equilibrio: nel creare il giorno e la notte, certamente aveva dunque avuto cura di farli di pari lunghezza. E visto che, nei giorni successivi, il mondo si sarebbe riempito di piante, fiori e animali, c’erano ben pochi dubbi sulla data della creazione: l’equinozio di primavera indubbiamente! O quantomeno: Aelfric ne era fermamente convinto (e molti altri come lui, a quell’epoca).

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Effettivamente, qualche secolo dopo la morte dell’abate, l’Inghilterra prese l’abitudine di far iniziare l’anno il 25 marzo, in concomitanza con l’incarnazione di Gesù: Aelfric avrebbe probabilmente avuto da ridire anche in quel caso, non ritenendo necessario né opportuno sovrapporre ricorrenze civili e religiose; ma, quantomeno, avrebbe approvato la collocazione primaverile del nuovo Capodanno. Meglio che niente.

Senza dubbio, avrebbe gioito nel venire a sapere che il “nuovo” Capodanno era effettivamente riuscito a sopprimere (e anzi, a scaraventare nell’oblio) alcune superstiziose tradizioni popolari che, ai suoi tempi, venivano poste in essere il 1° gennaio. Anche in questo caso, le omelie di Aelfric dimostrano d’essere una fonte storica preziosissima, dandoci informazioni di folklore che non troviamo altrove: come ci spiega l’abate (purtroppo, senza scendere nei dettagli),

Stupidi individui praticano in quel giorno atti divinatori e rituali magici, nella speranza di poter prolungare la loro vita tramite di essi. Sono in grave errore, giacché prestano fede a costumi pagani del tutti contrari alla fede cristiana e, così facendo, riempiono di rabbia il nostro Creatore onnipotente.

Non che i gesti superstizioni fossero prerogativa esclusiva del 1° gennaio, beninteso:

Molte persone sono così profondamente avvinte dall’errore che organizzano i loro viaggi basandosi sulle fasi del ciclo lunare e i loro affari quotidiani in base ai giorni della settimana; e, per esempio, rifiutano di sottoporsi ai salassi di lunedì, perché lo ritengono il primo giorno della settimana.

(Probabilmente, in una variante su base settimanale della nostra tradizione di fine anno per cui “chi fa (o non fa) la cosa X a Capodanno la farà (o non farà) per tutto l’anno”). Ma le lamentele di Aelfric non si limitano alla mera condanna della superstizione; il suo reale problema è un altro:

Ma il lunedì non è affatto il primo giorno della settimana! È il secondo giorno, poiché la settimana inizia di domenica.

E in questo caso sì, davvero erano la fede e le consuetudini liturgiche a motivare la pignoleria di Aelfric.

***

E allora, non vi farò gli auguri di buon anno, ché poi Aelfric si arrabbia, ma vi consiglierò un libro perfetto per approfondire la scansione del tempo (e le tradizioni, e gli usi e i costumi!) degli Anglosassoni: Eleanor Parker, Winters in the World. A Journey through the Anglo-Saxon Year (Reaktion Books, 2022)

5 risposte a "Solo gli stupidi festeggiano Capodanno il 1° gennaio: parola di Aelfric il Grammatico"

  1. zimisce

    A questo punto sorge spontanea la domanda, che probabilmente esula un po’ dal tuo campo di interesse, sul perché i Romani arcaici avrebbero dovuto scegliere il primo gennaio per porre l’inizio dell’anno. Tramite gli Etruschi conoscevano già tutti quei cicli astronomici che avrebbero potuto suggerire un equinozio o un solstizio come date spartiacque.

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    1. Lucia Graziano

      Apparentemente, per la ragione più banale al mondo. In origine, anche gli Antichi Romani consideravano marzo il primo mese dall’anno, e facevano iniziare a partire da quel mese i mandati delle cariche pubbliche. Nel 154 a.C. (quindi in epoche già abbastanza tarde, se vogliamo), capitò però che una serie di allarmanti sommosse in Spagna spingesse i Romani ad anticipare di due mesi l’entrata in carica dei nuovi consoli, perché i consoli uscenti non sembravano in grado di sedare la rivolta, e comunque visto il contesto politico delicato sembrava opportuno evitare di tirarla troppo per le lunghe con una situazione di avvicendamento di potere, già di per sé foriera di instabilità.

      Quindi, nel 154 a.C., i consoli furono eletti a gennaio e, quando venne il momento di nominarne di nuovi alla fine del loro mandato, di scelse di nuovo il mese di gennaio per non dare loro un potere più lungo di quanto la legge prevedesse. E così via, di gennaio in gennaio. Nell’arco di qualche decennio, il 1° gennaio era diventato l’inizio dell’anno “burocratico” per i Romani… e tale è rimasto. Tu pensa, per una rivoluzione in Spagna 😅

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  2. mariluf

    Se permetti, io te li faccio, gli auguri di non capodanno… anche perché è già piuttosto tardi. E grazie sempre per i tuoi articoli. Andrò a cercarti su Aleteia, appena mi riesce. Ciao!!!!

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    1. Lucia Graziano

      Ma grazie! 🙂
      Sia per gli auguri, che ricambio (un po’ in ritardo!), sia per l’attenzione e la lettura, di qui e di là. Per chi volesse, tutti i miei articoli su Aleteia sono linkati qui a lato nella colonna di destra, facile facile 🙂

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  3. Pingback: Solo gli stupidi festeggiano Capodanno il 1° gennaio: parola di Aelfric il Grammatico — Una penna spuntata – Gianluca di Castri (IdeaConsult)

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