In quel giorno di scandalo e gloria in cui si consumò il tradimento luciferino e in cui il principe delle milizie celesti, con la sua spada di saette rifulgenti, riuscì a sconfiggere e a scaraventare in terra il cospiratore e la sua torma d’angeli ribelli, Iddio s’affacciò dall’alto dei cieli e abbassò su Lucifero uno sguardo severo, pieno di tristezza e di condanna.
“D’ora in poi e per sempre sarà guerra aperta, tra me e te”, gli disse con durezza. “Io ti troverò ovunque tu andrai e ti combatterò con tutta la mia energia. E sai bene che le forze del male non potranno prevalere, perché tu sei solo un angelo ribelle; io sono l’Onnipotente”.
Lucifero fremette e poi gridò al cielo: “non credere ti sarà così facile! Mi nasconderò nelle tenebre più profonde, sotto le acque del mare, dove tu non potrai trovarmi, e lì mi organizzerò per consumare la mia vendetta”.
“Sono l’Onnipotente, Lucifero”, rispose Dio, con amarezza. “In verità ti dico, ti troverò anche sotto le acque del mare, e lì ti trafiggerò con le mie frecce di fulmini”.
“E allora mi nasconderò all’interno del frutto vivente della tua creazione! Dentro al tronco di quegli alberi che hai plasmato ad uno ad uno e che tu ami tanto veder fiorire a primavera!”, gridò Lucifero in tono di sfida. “Non oserai fare del male anche a loro!”.
Dio rispose senza la minima esitazione: “in verità ti dico, se sarà necessario colpirò con i miei fulmini anche gli alberi in cui proverai a nasconderti, anche a costo di impedir loro di fiorire a primavera”.
Lucifero si guardò attorno, smarrito. “E allora mi nasconderò all’interno delle case degli uomini, i tuoi prediletti! Mi infilerò sotto i loro tetti, nei loro granai e sui campanili delle loro chiese. Non oserai danneggiare il frutto del duro lavoro dell’uomo! Lì sarò al sicuro, e a pochi passi dai tuoi protetti, pronto a sussurrare loro ogni tipo di tentazione. E potrò organizzare la mia rivalsa!”.
Dio sospirò, guardando Lucifero con occhi tristi. “In verità ti dico: colpirò con le mie saette anche le abitazioni degli uomini, i loro granai e persino i campanili delle loro chiese, se questo servirà a impedirti di trascinarli nel peccato. Lucifero, non alzare la posta di una battaglia dalla quale sai comunque che uscirai sconfitto”.
Ma l’angelo ribelle non era disposto ad arrendersi. “Penetrerò nei corpi degli uomini, allora! Mi nasconderò nella loro mente e nel loro cuore! Vorresti farmi credere che saresti disposto a fulminare un essere umano che non ha alcuna colpa, solo per portare avanti la tua guerra contro il male?”.
Dio rimase in silenzio per qualche secondo, fissando Lucifero con espressione di indescrivibile dolore. “Sei tu che vuoi mettere in pericolo esseri umani senza alcuna colpa, per portare avanti una guerra che io non avrei mai voluto. Ma, sì: se tu arriverai a tanto, possedendo i loro corpi, è bene che tu sappia che io non esiterò a colpire con le mie saette tutti quegli innocenti che tu avrai deciso di condannare a morte. E in verità ti dico: se davvero, nella tua follia, farai sì che qualche uomo perda la sua vita in questo modo, non tramonterà il sole sul suo cadavere senza che egli sia già al mio fianco in Paradiso, e indipendentemente dalla condotta avuta in vita, perché così ho deciso”.
E fu in quel momento, vedendo consumarsi una volta per tutte la sua sconfitta, che Lucifero levò al cielo un grido sordo e pieno di rabbia. “Non mi avrai!” furono le sue ultime parole per Dio, prima di scomparire nel nulla.
Dal quel momento, Lucifero corre freneticamente da una parte all’altra del globo, cercando inutilmente un rifugio sicuro all’interno del quale poter portare avanti i suoi piani per conquistare quel mondo di cui s’è eletto principe. Ma Dio non gli concede nemmeno un momento di tregua, disposto a tutto pur di salvare la sua creazione; e incessantemente trafigge il diavolo con fulmini e saette costringendolo a una fuga disperatissima e senza fine.
O così, almeno, assicura il folklore russo, che ben conosce la ragione per cui le tempeste di fulmini si abbattono di tanto in tanto sulle campagne: sono un segno del fatto che, in quel momento, proprio lì si sta combattendo l’eterna lotta tra il bene e il male. E le gocce di pioggia che cadono a terra accompagnando le divine saette altro non sono che le lacrime dell’Onnipotente, che piange per il dolore pensando al tradimento del suo vecchio amico e contemplando le sofferenze che gli uomini devono sopportare a motivo di quella sua folle insubordinazione.
È questa la ragione per cui, quando s’avvicina un temporale, i contadini russi si fanno il segno di croce e ordinano ai campanari di lasciar rintoccare le campane: è per evitare che Lucifero, che evidentemente è lì vicino, possa pensare di nascondersi all’interno delle loro case, delle loro chiese e dei loro corpi, coi danni che inevitabilmente ne deriverebbero.
Ed è anche questa la ragione per cui il folklore russo va in controtendenza rispetto a ciò che assicurano molte altre culture, predicando la santità e la salvezza eterna per tutti quei malcapitati che dovessero morire perché colpiti da un fulmine nel corso di un temporale.
Strano ma vero: in passato, capitava in Russia che gli individui che morivano tal modo venissero riveriti come santi e divenissero oggetto di discreta devozione popolare. Perché, sì: chiaramente era stato Dio a togliere loro la vita con una saetta; ma la leggenda parlava chiaro e non lasciava spazio a interpretazioni. Dio non sarebbe mai così ingiusto da fulminare qualcuno senza dargli un cospicuo risarcimento: ed ecco che a una morte così mirata e repentina avrebbe fatto seguito – e senza eccezione – l’aprirsi immediato delle porte del Paradiso.
Per approfondire: Linda Ivantis, Russian Folk Belief (Taylor and Francis, 2015)
Whitewolf
Non so perchè ma leggere questa leggenda mi ha messo malinconia. Forse perchè il pensiero di un odio così implacabile come quello di Satana non può che provocare dolore e tristezza…
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Lucia Graziano
🙂
Eh sì. Nella sua semplicità, è una storia bella da qualsiasi parte la si guardi, secondo me. Anche la banalità della conclusione (quando cade un fulmine è perché Dio sta combattendo il male proprio nelle vicinanze di casa tua) era probabilmente molto efficace a far sì che il popolino ricevesse un memorandum sulla cosa tutte le volte che c’era un temporale. Non banale.
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