Nutting Day: raccoglier castagne e guardarsi da Satana

Credo che poche società occidentali abbiano amato e venerato la Vera Croce con la stessa intensità che si registrò nelle isole britanniche, nei secoli centrali del Medioevo. Con quel lirismo struggente e quel gusto istrionico per le leggende che ormai ben conosciamo, gli uomini di quel tempo composero per la Vera Croce preghiere di commovente bellezza, poemi più appassionanti di un romanzo fantasy e poesie che si spingevano a personificare il legno cui fu appeso Cristo, immaginando quali pensieri e quali emozioni potesse aver provato colei che sostenne l’agonia del re del mondo. Celebrata in Occidente dal VII secolo (ma attestata a Gerusalemme già nel 380), la festa dell’Esaltazione della Santa Croce guadagnò rapidamente un posto centrale nel calendario liturgico, riuscendo addirittura a imporsi sulla memoria dei santi Cornelio e Cipriano, che inizialmente venivano ricordati il 14 settembre e che poi si videro scalzare, costretti a posticipare di due giorni la propria festa proprio per lasciare spazio a celebrazioni ben più importanti. Nei secoli centrali del Medioevo, poche feste furono più amate e più sentite di quella che ricordava il supplizio di Gesù e celebrava la sua vittoria sulla morte; e se la popolarità declinò pian piano (diciamolo: ai nostri tempi, il giorno dell’Esaltazione della Santa Croce non è esattamente un momento cult dell’anno liturgico), tutto sommato non farà male indulgere un po’ nell’antiquariato e raccontare qualche aneddoto sul modo in cui la ricorrenza veniva festeggiata dai nostri antenati. O, per meglio dire, veniva festeggiata dagli antenati degli Inglesi d’oggi: abitanti di una di quelle nazioni che – come dicevo appunto in apertura – nutriva nei confronti della Vera Croce una devozione particolarissima.

Orbene: in Inghilterra, il 14 settembre, era consuetudine dare il via alla raccolta di castagne, nocciole e altra frutta secca. Chi dovesse fantasticare su una possibile associazione tra la corteccia degli alberi e il legno della croce resterebbe probabilmente assai deluso, nell’impossibilità di trovare qualsivoglia tipo di fonte capace di suffragare questa sua teoria. Molto banalmente: diciamo che, verso metà settembre, le castagne cominciano a essere mature e il momento è propizio per raccoglierle, prima che i frutti cadano da soli col rischio di andar dispersi o esser rovinati dalle forti piogge. Dovendo stabilire una data convenzionale a partire dalla quale far iniziare la raccolta, qualcuno, in un momento imprecisato della Storia, diede una veloce scorsa al calendario e pensò qualcosa sulle linee di ‘ma sì, dai. Stabiliamo che si inizia nel giorno dell’Esaltazione della Santa Croce e togliamoci il pensiero: è una festa che conoscono tutti, sarà impossibile far confusione’. La stessa logica per cui, convenzionalmente, i contratti agrari finivano a San Martino e le pecore lasciavano le stalle dopo il lungo inverno alla vigilia della Candelora: le grandi feste del calendario liturgico erano comodi promemoria da ricordare, e nulla più. E così, convenzionalmente, nel giorno della festa dell’Esaltazione della Santa Croce, la brava gente che abitava in Inghilterra prese l’abitudine di dare il via alla raccolta: un’usanza che oggi viene omaggiata anche da Michela di Mani di pasta frolla, che ci propone per l’occasione una ricetta perfetta per ricreare le atmosfere di quei tempi andati.

La consuetudine è probabilmente assai più antica, ma la prima testimonianza scritta che attesta un legame tra il 14 settembre e la raccolta dei primi frutti risale al 1560 e arriva dagli archivi di Eton, la celebre scuola. Lì – ci dice un certo John Brand, ripercorrendo la storia della prestigiosa istituzione – era nota da tempo la costumanza di concedere mezza giornata libera agli studenti per permettere loro di unirsi alla raccolta di castagne che si teneva nelle campagne circostanti: e dovremmo probabilmente immaginarcela come un momento di allegra festa collettiva, durante la quale il lavoro e il divertimento si ripartivano in parti uguali. Entro l’inizio del XVII secolo, ‘going a-nutting’ era un termine eufemistico entrato nel linguaggio colloquiale per indicare le attività di quei giovani che, con la scusa di dedicarsi alla raccolta, si infrattavano in qualche angolo remoto del bosco occupando il loro pomeriggio in attività di tutt’altro tenore.
Quali? Beh, diciamo che, a partire dagli anni ’60 del Seicento, gli almanacchi cominciano a registrare una massima di saggezza popolare che suona come: “se l’autunno è ricco di castagne, l’estate sarà ricca di bambini”. Insomma: non c’è di che stupirsi, al pensiero di quei rampolli che dalle aule di Eton smaniavano dal desiderio di potersi unire a quei festeggiamenti che noi, forse ingenuamente, considereremmo robetta per contadini.

E non c’è di che stupirsi al pensiero di quegli adulti che cominciarono a provare una vaga inquietudine di fronte a quella insospettata passione per l’agricoltura che, verso metà settembre, sembrava improvvisamente cogliere i loro casti pargoli. Sempre più di frequente, a partire dalla seconda metà del Seicento, il folklore inglese comincia a restituire cautionary tales nelle quali accadono le cose più terribili agli incauti che, avventurandosi nel bosco per la raccolta, non tengono in adeguata considerazione i pericoli circostanti. Se una piccola minoranza di sprovveduti finiva con l’essere rapita dalle fate (sempre molto attive nei boschi della Britannia), molto più allarmante era il destino di chi, incautamente, scendeva a patti col dimonio senza neppure rendersene conto. A quanto pare, Satana si divertiva un sacco a manifestarsi ai giovani negli eleganti abiti d’un uomo perbene, che garbatamente s’offriva d’aiutare le fanciulle nella raccolta abbassando per loro i rami più alti sulle fronde degli alberi – quelli a cui le ragazzine non sarebbero riuscite ad arrivare. Nient’altro faceva seguito a questa gentile offerta, anche perché non ce n’era bisogno: per quelle incaute che accettavano (ancorché inconsapevolmente!) di farsi aiutare dal dimonio, il destino era già irrimediabilmente segnato (ellamiseria): un desolante inferno di fiamme eterne le avrebbe accolte al momento della morte, senza possibilità alcuna di riparazione. Una tecnica un tantinello paranoide per raccomandare alle proprie figlie di non dare troppa confidenza agli sconosciuti, neppure quanto sembrano ammodo e ben intenzionati… ma chissà, forse funzionava.

Col passar degli anni (forse perché ormai era venuta meno l’abitudine di sfruttare quell’occasione per infrattarsi a far cosacce; forse perché, semplicemente, la tecnica pedagogica di cui sopra aveva cominciato a sembrare un po’ troppo strong), il folklore prese lentamente a cambiar forma. Satana continuò a manifestare un insolito interesse per la raccolta di castagne e frutta annessa; ma, per ragioni non meglio precisate, scelse d’usarci l’insolita cortesia di concederci una settimana di ‘zona franca’ in cui noi umani avremmo potuto raccogliere la frutta in santa pace, senza il rischio di fare brutti incontri. Apparentemente, gli otto giorni che andavano dal 14 al 20 settembre potevano essere considerati ragionevolmente sicuri: nessun diavolo tentatore si sarebbe spinto in terra a insidiare le brave ragazze… se non altro perché – stando ad alcune leggende ottocentesche – in quei giorni anche la Madonna andava per castagne e, da brava mamma, teneva discretamente d’occhio le figlie d’altri. Ma a partire dal 21 settembre… beh: non c’erano più garanzie. Meglio dunque affrettarsi e concludere la propria raccolta nell’arco d’una settimana, per scongiurare il rischio di fare brutti incontri.

E anche questa, a ben vedere, è una cautionary tale che, nella sua ingenuità, probabilmente funzionava. Chissà: forse le deadline di lavoro sarebbero più divertenti, se anche oggi ci venissero presentate in questo modo.


Per approfondire

Circa il culto alla Vera Croce, tra i molti: Robin M. Jensen, The Cross. History, Art, and Controversy (Harvard University Press, 2017)
Circa il folklore britannico, tra i molti: Steve Roud, The English Year. A month-by-month guide to the Nation’s customs and festivals, from May Day to Mischief Night (Penguin, 2006)

Immagine di copertina

Gathering and cutting chestnuts di Mac Raboy (1935 ca.), Syracuse University

7 risposte a "Nutting Day: raccoglier castagne e guardarsi da Satana"

    1. Avatar di Lucia Graziano

      Lucia Graziano

      Me lo sono chiesto anche io, ma sì: apparentemente, le fonti più antiche parlano proprio di castagne. Poi, col passar del tempo, il termine “Nutting Day” si è allargato a includere tutta la frutta che finisce in “-nut”, diciamola così 😅 (“walnuts, butternuts, chestnuts, hazelnuts and other nuts” per citare un elenco che avevo trovato), ma sembrerebbe che all’inizio il focus fosse proprio sulle castagne.

      Non me ne intendo minimamente, ma quando anch’io mi sono posta il dubbio sono andata a cercare su Google, il quale mi ha informata che, apparentemente, “la raccolta delle castagne avviene tra settembre e novembre” (dice Eataly tra i molti) 😶 E in effetti anche io mi chiedo: e come mai, se settembre è un buon mese per raccoglierle, per noi sono il piatto tipico di Ognissanti??

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      1. Avatar di franconich

        franconich

        Bisogna anche tenere conto che fino al 1750 circa, nelle isole britanniche era usato il calendario giuliano, quindi le date erano in ritardo di dieci o undici giorni rispetto alla stagione solare.

        Poi bisogna anche considerare com’erano le temperature all’epoca della nascita della leggenda (presumibilmente un pochino più bassa di ora, causa LIA) e come la maturazione delle castagne sia influenzata dalla temperatura (non ne ho la minima idea).

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        1. Avatar di Lucia Graziano

          Lucia Graziano

          Sì, esatto. Anche io ho fatto esattamente le stesse identiche riflessioni, unita anche a quest’altra: la leggenda dice molto chiaramente che il diavolo si offre di aiutare le ragazze abbassando per loro i rami più alti degli alberi, il che vuol dire che all’epoca la raccolta di castagne avveniva direttamente dal ramo (quindi quando le castagne non erano ancora del tutto mature, perché quando sono a piena maturazione cadono). Con la premessa che non ci capisco niente di raccolta di castagne, leggo su Google che oggigiorno si preferisce invece aspettare che le castagne cadano da sole, per evitare il rischio di danneggiare inutilmente l’albero e per evitare di trovarsi a raccogliere castagne acerbe.

          Quindi (e questo è un dettaglio reso molto evidente dall’aneddoto del diavolo che abbassa i rami per le ragazze) all’epoca le castagne venivano raccolte prima rispetto a quanto si faccia oggi. Però non ho la minima idea di quale sia il lasso di tempo che intercorre dal giorno in cui le castagne diventano buone da raccogliere a quello in cui cominciano a cader da sole. Boh? 😀

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          1. Avatar di Francesca

            Francesca

            Il lasso non te lo saprei dire con precisione… E poi dipende anche dalle diverse varietà di castagne. Però non credo ci sia una grandissima differenza rispetto al lasso dei tempi attuali.
            Ad esempio dai un’occhiata alle date di questa festa molto famosa dalle mie parti, cioè nel trevigiano
            https://www.combai.it/festa-dei-marroni/

            Se calcoliamo che ci deve essere la raccolta, la preparazione, l’eventuale macinatura per determinati piatti, eccetera… E tutto ciò quest’anno deve essere pronto entro il 6 ottobre (con castagne decenti, non certo acerbe, in quanto si tratta di prodotto rinomato)… Insomma la tempistica non è tanto lontana da metà settembre.

            Ma poi, per dire, pensa anche alle zucche… Mia madre ne ha raccolte già alcune in agosto e la raccolta andrà avanti con sempre più zucche che giungono al punto giusto di maturazione… Dopodiché si mettono in luogo “fresco e asciutto” e (sempre in base alla varietà e quindi alla loro durabilità) si possono consumare fino ad inverno inoltrato, in teoria. Credo che il discorso valga anche per le castagne… Anche se non sono un’intenditrice. (Di sicuro so che la farina, quella del supermercato, anche se lontana dalla data di scadenza, a partire da maggio-giugno dell’anno successivo alla raccolta, non ha più un buon sapore. Questo dice la saggezza popolare e… Anche le prove che ho fatto anni orsono).
            In conclusione: il lasso, in generale, sembra lunghetto, come inizio della raccolta e poi come potenziale durata del raccolto…

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  1. Avatar di Sconosciuto

    Anonimo

    Liguria, alta Val di Vara.
    I poveri morivano di fame e un eremita ottenne dal Buon Dio che gli alberi di castagno producessero frutti gustosi e nutrienti.
    Il maligno, per dispetto, li rivestì di spine pungenti, ma l’eremita alzò la Vera Croce e i ricci di castagna si spaccarono proprio in forma di croce.
    Annalisa

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    1. Avatar di Lucia Graziano

      Lucia Graziano

      Ma dai!! 😮
      E mi dicevano su Instagram che anche in alcune zone d’Italia è/era consuetudinario iniziare a raccogliere la frutta secca nel giorno dell’esaltazione della santa croce. Onestamente non pensavo, ma a questo punto mi sembra che ci sia un qualche topos ricorrente…

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