Il Mulino Mistico

Se c’è una cosa che mi fa intristire, è scoprire quante tradizioni popolari si sono perse, pian piano, nel corso della Storia. E dico ahimè “scoprire” perché nemmeno la mia famiglia d’origine, che pure è sempre stata attenta a queste cose, è riuscita nell’improba battaglia di conservare intatte tutte le tradizioni contadine di nonni e bisnonni ed antenati.
Mi spiace che si perdano queste usanze (o anche solo la memoria di queste usanze), perché si perde, così facendo, una buona parte del nostro patrimonio culturale. La Storia non si fa solamente con i grandi eventi e le battaglie: è Storia anche sapere qualcosina dei vestiti, del cibo, delle abitudini dei nostri avi.

Ecco, appunto. “Il cibo”.
In un momento in cui si riscopre, giustamente, la cucina tradizionale, vista non solo come modo per mangiare qualcosa di buono, ma anche come strumento per imparare qualcosa di più sui nostri avi, io mi guardo attorno e mi domando: ma possibile che non sia ancora uscito un qualche cavolo di ricettario sul cibo della religione?!
Cioè, voglio dire: da che è mondo è mondo, le feste religiose sono sempre state accompagnate da un profluvio di cibi che venivano preparati in questa o in quell’altra occasione, per sottolineare un certo evento. Pensate al cenone della Vigilia, rigorosamente di pesce perché è giorno di magro; pensate al pranzo della domenica, particolarmente curato perché è domenica, e si fa festa. Ma ci sono anche le zeppole di San Giuseppe, il panettone di San Biagio, le minne di Sant’Agata (eggià), e centinaia di altri piatti che venivano (e vengono) preparati tradizionalmente in onore di qualche Santo. E ognuno di questi piatti aveva una sua storia alle spalle, naturalmente.
Ecco: io mi guardo attorno in libreria, e non trovo un unico libro che presenti questi piatti, spiegando la ricetta ma anche il perché di una certa usanza – ché se ti cucini un piatto ma non conosci la sua storia, è quasi come mangiarlo senza quel tocci di condimento in più!

Davvero, eh.
Se voi avete un titolo da consigliarmi, consigliatemelo; ma apparentemente, un ricettario di questo genere non esiste affatto. Bisogna andare a raccattare le ricette in giro per il vasto mondo: una raccolta organica di ricette “cattoliche”, che io sappia, non c’è.
E quindi mi domandavo: e se la facessi io?

Nel senso: se di tanto in tanto, parlandovi di Santi e di Storia della Chiesa, buttassi lì una ricetta “a tema”, con relativa spiegazione del perché questa tradizione è nata?
Sareste sulle linee di “massì, che bello”, o sulle linee di “tanto cucina mia moglie, chissenefrega”?

Sapete, io chiedo prima: perché Blogging for dummies dice di chiedere sempre prima, e aggiunge pure che se concludi un post con una domanda i lettori son contenti e si invogliano a rispondere…

***

Ma, visto che sprecare un post per fare solamente una domanda mi sembrava… beh… uno spreco, ci aggiungo anche una curiosità storica. Velocemente; al volo.
Quando dico che il cibo ha sempre avuto una certa importanza, anche simbolica, per la nostra religione, intendo dire che noi c’abbiamo un Dio che un giorno s’è seduto a tavola, ha preso una pagnotta, e ha commentato “questo è il mio corpo”.
Mica roba da poco, veh!

Ci sono tanti quadri a tema religioso in cui il cibo ha un ruolo simbolico molto importante; ma un quadro buffo come questo… vi giuro: non l’avevo visto mai.

Retablo del Mulino Mistico, pannello centrale. 1440 ca., Museo di Ulm, fotografia di Ingeborg Schmatz

Trattasi di una pala d’altare del 1440 circa, conservata oggi al Museo di Ulm. L’immagine che vedete dipinta appartiene al genere del “mulino mistico”.
La Vergine Maria, grazie alla gentile collaborazione di Spirito Santo e dei quattro Evangelisti, versa della farina (scura; rosso sangue) in un mulino. Col contributo dei Santi che fanno girar la macina, esce dall’altro lato del mulino quello che definiremmo “il prodotto finito”. Cioè Gesù: nella sua duplice forma di Gesù-Bambino-umano-con-aureola, e Gesù-Sacramentato-sotto-forma-di-particola.
Il clero ed i fedeli, devotamente, in basso, ricevono Gesù accogliendolo in un piattino.

(E poi ci lamentiamo delle stranezze ermetiche dell’arte contemporanea, invocando l’arte religiosa di una volta che era di comprensione così immediata…).

10 risposte a "Il Mulino Mistico"

  1. ago86

    Però l’allegoria del mulino all’epoca era più alla portata della gente. Non penso potesse sembrare tanto strana come cosa.

    Ci sono anche dei segni artistici che non sono più compresi, ma che un tempo erano molto semplici: l’allegoria del sole e della luna, ad esempio, che oggi qualcuno scambia per “alieni raffigurati in quadri”.

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  2. Daniele

    Lucia, visto che non c’è il libro che cerchi, perchè non lo scrivi tu? 😛

    L’immagina che ci hai proposto è proprio interessante, fa un po’specie ma in senso buono intendo o.o

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      1. Emilia

        Mi dispiace deluderti, e con te gli altri lettori, ma qualcuno ha già pensato a qualcosa di simile.

        La casa editrice Ancora, per esempio, ha un’intera collana dedicata alle ricette ispirate a personaggi e libri famosi, fra i quali spiccano, per restare in ambito cattolico, “La cucina di Don Camillo” e “A tavola con Renzo e Lucia” (gli altri potete vederli all’indirizzo http://www.ancoralibri.it/Catalogo/idCollana/173/PageIndex/1).

        Due sacerdoti ambrosiani, monsignor Paolo Sartor e don Andrea Ciucci, hanno invece approntato un ricettario ispirato dall’Antico Testamento e dai Vangeli: “A tavola con Abramo – Le ricette della Bibbia” (cfr. http://www.edizionisanpaolo.it/religione_1/bibbia/guida-alla-bibbia/libro/a-tavola-con-abramo.aspx). Qualcosa di analogo dovrebbe essere “Il cibo dei patriarchi – A tavola con l’uomo della Bibbia”, di Clara Spada (cfr. http://www.libreriadelsanto.it/libri/9788879341059/il-cibo-dei-patriarchi.html).

        È pur vero che, in questa panoramica, mancano proprio le ricette dei Santi, tipo lo zabaione di san Pasquale Baylon da te così deliziosamente descritto (per chi non l’avesse ancora letto, https://unapennaspuntata.wordpress.com/2009/05/17/ma-che-santuomo-il-santo-pasticcere-2/).

        Quanto al Mulino Mistico, cercando in Rete ne ho trovati parecchi. Meglio un lungo elenco di links o un articolo specifico?

        -Emilia-

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      2. Daniele

        Ah… mi era sfuggito quel pezzo. Per qualche strano motivo sono passato dal “Davvero eh” direttamente al mulino XD

        Sono certo che avrebbe anche un senso editorialmente parlando 🙂

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  3. filippociak

    Ehehe… caspitina… questa non l’avevo ancora vista!
    Anche se so sì e no buttare la pasta decreto…. “massì, che bello”. È comunque interessante!

    Lucyette…ma questo “Blogging for dummies” lo consigli?? 😀

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  4. Diego

    Essì, aveva ragione un mio caro amico prete, che diceva che le cose migliori Gesù le ha fatte a tavola… come darli torto?
    Gesù però non ci ha passato le ricette (ma ovviamente qualcosa di meglio), se ci pensi tu, oltre a colmare la lacuna, forse potresti anche farci una piccola fortuna: chissà che qualche editore non le scopra…

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  5. marinz

    Credo che un ricettario cattolico sia un’ottima idea!!! Seguirò con interesse le ricette e se avrò occasione, soprattutto tempo, per prepararle le cucinerò di certo!!!

    Circa la figura del mulino mistico: credo che sia molto forte ma l’immagine rende “reale” quello che è l’Eucaristia per chi non poteva leggere e conoscere i Vangeli.

    Un sorriso

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  6. Pingback: [Ma che sant'uomo!] Le olivette di Sant’Agata « Una penna spuntata

  7. clara spada

    ho pubblicato “Il Cibo dei Patriarchi – a tavola con l’uomo della Bibbia” nel 1998 per la collana Golosìa (Publigold – Ugo Mursia) e credo di essere la capostipite in materia. Le ricette sono frutto di oltre un mese trascorso a “frugare” in vecchi libri in inglese grazie alla cortesia del Centro Culturale Ebraico “Pitigliani” di Roma, e ciò dopo una rilettura profana della Bibbia facendo di tutto per non farmi intralciare -in questo percorso laico- dai 45 esami più tesi dati presso La Pontificia Facoltà Teologica di Cagliari.

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