[Pillole di Storia] Quando Hitler si innamora

**UPDATE** Aehm, sembra scontato dire che questo post era già stato scritto e mandato in coda di pubblicazione molto molto prima che le agenzie di stampa battessero la notizia del giorno.
Sono reduce da un’operazione ai denti; non sto molto bene. Questo post e tutti quelli per il resto della settimana erano già stati scritti e messi in coda di pubblicazione, proprio perché sapevo già che avrei avuto una convalescenza un po’ rognosa. Quindi… se parlo di tutt’altro mentre il mondo intero guarda a San Pietro, non lo faccio per mancanza di tatto o perché non me ne importa niente. Molto più banalmente: lo faccio perché c’ho la febbre e un buco in bocca!!
(Ahio)

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Prima di entrare nel vivo di questo post vorrei fare una premessa, sinteticamente riassumibile in “no, non mi tengo un poster di Hitler attaccato sopra al letto”.
Sembra scontato, aehm, ma qualche tempo fa mi è capitato di ricevere alcune critiche, dopo aver pubblicato su Pinterest un inconsueto scatto di Hitler… in cui il dittatore del Terzo Reich sta leggendo il giornale a colazione, in casa sua, in maniche di camicia. Una tale mi ha immediatamente risposto, dichiarandosi offesa: mostrare Hitler in questi panni così “casalinghi”, così innocui, può contribuire a farcelo sentire più vicino. Magari anche simpatico, perché no?

Ecco. Visto il post che sto per scrivere, vorrei precisare: no, non è che Hitler mi stia simpatico.
Molto più banalmente – e assodato che, no, Hitler non era una bella persona – mi ha sempre incuriosita indagare sui lati più “umani” dei Grandi Cattivi della Storia. Sì, okay, il tal politicante sarà pur stato uno dei più malvagi ed esecrabili personaggi in assoluto: però, ce le avrà pure avute, delle passioni. Degli affetti. Dei punti deboli. Qualcosa di questo genere.
Se mi scapita di scorrere la biografia di uno di questi Grandi Cattivoni, mi soffermo sempre su questi aspetti perché son quelli che mi incuriosiscono di più. Son quelli che non ti aspetti.
Ad esempio, scommetto che voi non ve l’aspettavate proprio, un giovane Adolf Hitler… che si strugge per le pene d’amore.

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Siamo nell’estate del 1928 – e Adolf Hilter, capo di un partito politico in rapida espansione, comincia a non essere più un “illustre sconosciuto”. Certo non è ancora salito al potere; però, non è neanche più un “Signor Nessuno”.
Proprio in quel periodo, anche per godersi un po’ di riposo, Hitler decide di affittare una casa di vacanza nelle Alpi salisburghesi. Ma, come si sa, una casa non è una vera casa senza la presenza di una donna: Hitler, di conseguenza, “invita” nella sua villetta la sua sorellastra da parte paterna, Angela Raubal. Figlia della seconda moglie del papà di Hitler, Angela si era sposata con un certo signor Raubal e poi era rimasta vedova.
Approdata nella villa alpina del fratellastro in qualità di “direttrice domestica”, Angela porta con sé le sue due figlie: Friedl e Geli.
Geli aveva vent’anni, bei lineamenti, due fossette sulle guance, una voce piacevole, e un carattere allegro che ti metteva subito di buon umore.
Non ci volle molto tempo, prima che Hilter si innamorasse di lei.

Geli Raubal 1E quando parlo di “amore”, sia chiaro, intendo proprio “amore” con la “A” maiuscola. Era ‘na roba seria, diremmo oggi, tant’è vero che Hitler non aveva paura di presentarsi in pubblico con la sua bella. La portava con sé ovunque: nelle riunioni di partito, nelle escursioni di montagna, nelle pubbliche conferenze, nei localetti più in di Monaco. Quando, nel ’29, prese in affitto un appartamento a Monaco, ebbe cura di riservare a Geli una camera in cui soggiornare… scelta che fece sorridere i più compiacenti e scandalizzare i più contegnosi, dal momento che, dopo un passo del genere, il leader del partito nazista si esponeva naturalmente a pettegolezzi e maldicenze.
Non furono in pochi, i colleghi di partito che consigliarono a Hitler di regolare la sua posizione, facendo di Geli “una donna onesta”… e, con ogni probabilità, Hitler prese seriamente in considerazione l’idea. Vecchi compagni di partito assicurarono, dopo la guerra, che il matrimonio sembrava ormai inevitabile.

Ma Geli?
Geli che ne diceva?

Geli, quasi sicuramente, era lusingata dalle attenzioni di suo zio. Lei, giovanissima, aveva conquistato il cuore di un uomo adulto – che, per di più, stava guadagnando fama e potere. Forse sperava anche che la sua frequentazione con Adolf Hilter potesse spianarle la carriera (il suo grande sogno era di cantare all’Opera); molto probabilmente, subiva quel fascino misterioso di cui Hitler sembrava (purtroppo) avvolto.
E poi, diciamocelo: chi di noi avrebbe il coraggio di dare un due di picche ad Adolf Hilter?

Eppure, la storia non era destinata ad andare a buon fine.
Fra chi aveva conosciuto Hitler personalmente, non vi sono dubbi che lui l’amasse davvero. In maniera “leggermente” insana, come vedremo: però, pare che il dittatore fosse sinceramente affezionato a lei. Circa sentimenti provati da Geli, i giudizi sono meno unanimi… ma quel che è certo è che la relazione fra i due, improvvisamente, si incrinò.
Hitler accusava Geli di avere una tresca con un uomo della sua guardia del corpo, un certo Emil; Geli, di riflesso, si sentiva profondamente offesa dalle attenzioni galanti che Hitler, di tanto in tanto, dispensava ad altre donne. Alcuni accenni lasciano supporre anche incompatibilità di tipo sessuale (Geli sembrava disgustata da alcune pratiche a cui Hitler amava indulgere); quanto al Führer, egli sembrava avere con la sua bella un atteggiamento abbastanza dittatoriale (aehm): le impediva di allontanarsi da lui, di frequentare altri individui di sesso maschile… “di farsi una sua vita”, oserei dire.
Forse non era vero che – come pure dicono alcuni testimoni – la teneva in casa chiusa a chiave quando lui non c’era; in compenso, era vero che le impediva di uscire di casa se non era accompagnata. Anche solo per fare una passeggiata in centro o un giro di shopping, aveva bisogno di un accompagnatore “fidato”.

Geli Raubal 2Certo: Geli poteva sfoggiare gioielli preziosissimi, vestiti all’ultima moda, l’amore di un potente, la sua totale dedizione… ma era proprio questo, quello che voleva?
Alla fine dell’estate del ’31, Geli annunciò al suo fidanzato che le cose dovevano cambiare. Sarebbe andata a Vienna, gli disse con molta calma: lì avrebbe proseguito i suoi studi di canto, nella speranza di poter entrare all’Opera.
Hitler glielo impedì.
Vienna? Fuori discussione. Troppo lontano, troppo pericoloso. Non se ne parla. Scordatelo.
Fu la goccia che fece traboccare il vaso: fra Geli e Hitler nacque una lite furibonda, della quale furono in parte testimoni anche i vicini di casa, nel momento in cui Hitler lasciò il suo appartamento in preda alla rabbia. Mentre Hitler stava salendo in macchina, Geli si affacciò alla finestra e gridò: “allora, proprio non vuoi lasciarmi andare a Vienna?”.
“No!”, rispose Hitler.

Fu l’ultima cosa che le disse. Il mattino seguente, Geli Raubal fu ritrovata morta nella casa che divideva con Hitler: era stata uccisa da un colpo d’arma da fuoco.

Negli anni successivi, e fino ancora al dopoguerra, corsero oscure dicerie secondo cui quello di Geli sarebbe stato un omicidio. Negli ambienti antinazisti si sussurrava che l’assassino fosse stato Himmler, che voleva porre fine a una situazione diventata imbarazzante per il partito; altri dicevano addirittura che fosse stato lo stesso Hitler ad uccidere la donna, in un attacco d’ira.
In realtà, i nazisti si sono macchiati di innumerevoli delitti ma non di questo, a quanto pare (o quantomeno, non materialmente). Dopo lunghe ed accurate indagini, gli inquirenti stabilirono che la morte di Geli era stata cercata dalla vittima. La traiettoria della pallottola, la dinamica dell’atto, le motivazioni: tutto quanto faceva propendere con sicurezza per il suicidio (e lo fa ancora).
D’altro canto, mi ripeto. Chi di noi avrebbe il coraggio di dare un due di picche ad Adolf Hitler, senza nessun timore per il futuro?

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Hitler è stato una persona malvagia, e non voglio in alcun modo rendervelo simpatico con queste righe. Però, è un dato di fatto: fu devastato dalla notizia.
Gregor Strasser, uno dei leader del partito nazista, raccontò successivamente di esser restato al fianco di Hitler per due giorni e per due notti, ininterrottamente, per paura che lui potesse uccidersi a sua volta per disperazione. Ancora schiantato dal dolore, Hitler non partecipò ai funerali di Geli; visitò la sua tomba solo una settimana dopo la sepoltura; e lì, inginocchiato sulla terra smossa del camposanto, pianse tutto il suo dolore per una serata intera, fra lo sconcerto dei suoi compagni.

Tre settimane dopo la morte di Geli, Hitler ebbe il suo primo colloquio con Hindenburg. Era la prima grande possibilità che gli veniva offerta nel suo cammino verso il Terzo Reich, e Hitler lo sapeva bene. La sua performance pietosa in un’occasione di questo genere (alcuni suoi collaboratori ebbero a dire che durante il suo incontro con Hindenburg, Hitler sembrava completamente in un altro mondo, non sembrava nemmeno nel pieno possesso delle sue facoltà mentali) fu di gran danno per il futuro Führer (… anche se, purtroppo, “recuperò” in altre occasioni, come ben sappiamo). E tutti coloro che conoscevano bene Hitler furono concordi nell’affermare che questo disastro diplomatico andava esclusivamente attribuito al trauma che, ancora, Hitler si portava addosso, per la morte della sua adorata Geli.

Per mesi non si consolò di questa perdita, dicono coloro che gli furono vicini. Di Geli Raubal, Hitler parlò sempre con massimo rispetto, con gli occhi bagnati di lacrime, e definendola l’unica donna che lui avesse mai veramente amato. Il personale di servizio riferisce che nella camera di Hitler, in ognuna delle sue case, campeggiavano alcuni ritratti di Geli, che il dittatore aveva commissionato dopo il suo lutto, e che venivano adornati di fiori due volte all’anno, nell’anniversario della nascita e della morte della ragazza.

Geli Raubal 3

Ehm.
A costo di ripetermi, lo ribadisco ancora. No, non è che mi stia simpatico Hitler, povero piccolo cagnolino bastonato meritevole di tanto affetto e comprensione.
Come dire.
Ma anche no.
Semmai, questa storia aggiunge un’ulteriore vittima alla spaventosa quantità di persone che hanno sofferto a causa sua.

Tuttavia, ho sempre trovato incredibilmente curiose e affascinanti, delle storie di questo genere. Perché un Hitler che piange per le pene d’amore… voglio dire… generalmente, non ce lo immaginiamo.

Come commentava lo storico del Nazismo William Shirer (dal cui libro ho preso tutte queste informazioni), “in un uomo brutale e cinico come Hitler, che sembrava incapace di amore per qualsiasi altro essere umano, questa passione per la giovane Geli Raubal rimane uno dei misteri della sua strana vita. Come ogni mistero, esso non può essere spiegato razionalmente, ma semplicemente constatato”.

La Storia è anche fatta di questi piccoli fatti inspiegabili, che non ci aspetteremmo e che non pretendono di insegnarci un fico secco di niente… ma che semplicemente: ci sono. E tant’è.

3 risposte a "[Pillole di Storia] Quando Hitler si innamora"

    1. Lucia

      Ahinoi, certo che sì.
      Penso che molti mostri provino sentimenti, ma ovviamente ciò non toglie che i mostri siano tali, e che i loro sentimenti siano, spesso, anche malati…

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  1. Sabrina

    Mi è piaciuto molto il tuo articolo.
    Sto facendo ricerche su Hitler , parentele, amoro, figli legittimi e non, e altre cose ma di questa Signorina Geri non avevo mai letto nulla!
    Ti lascio la mia email
    sabrycassano@libero.It
    Se hai altre “Chicche” fammi sapere dove le trovo! Grazie!

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