Cercar moglie, nel Medioevo

Con tutto questo parlar di coppie, si trascura (ovviamente; perché appunto è un’ovvietà) l’elemento che di più di tutti è alla base del successo per una buona famiglia.
Quale? Beh, ma ovvio: crearsi una famiglia con la persona giusta.

Mi par di sentirvi: “e grazie al cavolo”. Non esiste un vademecum del partner perfetto, né tantomeno esiste il vademecum di come andarselo a cercare.
E, ‘nsomma. Nì.

Andrebbe semmai detto che non esiste un vademecum per la ricerca del partner perfetto, oggi, per l’uomo del 2000. Ma è senz’altro vero che di vademecum simili ne sono stati scritti millemila nel corso dei secoli – quando cioè la scelta del partner aveva ben poco a che fare col sentimento ed era dettata perlopiù da lucidi ragionamenti fatti a tavolino. All’epoca sì che ognuno diceva la sua, per esortare il nubendo a far la scelta più saggia!

E io trovo sempre d’un certo interesse leggere le raccomandazioni che venivano fatte, un tempo, a coloro che si accingevano a cercar moglie. Ne estrapolo alcune dal bel saggio di Silvana Vecchio, La buona moglie, edito nell’interessantissima Storia delle donne della Laterza.
Ne estrapolo alcune scegliendole non tanto tra le raccomandazioni degli economi, attenti a favorire un matrimonio all’insegna del reciproco guadagno, ma bensì tra le raccomandazioni dei religiosi, attenti fin da allora ad orchestrare un  matrimonio… che potesse essere anche sacramento.

E dunque: cosa suggeriva il prete al giovanotto medievale che stava cercando moglie?

1) Non anteporre la dote a tutto il resto

Non nascondiamoci dietro a un dito: la ricchezza della dote era un requisito fondamentale per la scelta di una buona sposa; era anche “giusto” che fosse così, considerato il ruolo che il matrimonio aveva in quel periodo. Però, senza nulla togliere all’importanza del dato economico, i predicatori medievali sottolineavano come questo fosse un elemento da posporre ad altri, più importanti.
Quali?
Beh: anche a voler lasciar da parte le doti squisitamente religiose della moglie, vi erano infinite “virtù laiche” da ricercare in una fanciulla, prima ancora di guardare al suo conto in banca. Ad esempio un buon carattere, una reputazione immacolata, la quantità delle sue amicizie (indice di una capacità di intessere buoni rapporti col mondo esterno).
Poi, ma solo in subordine, poteva anche entrare in gioco un discorso di tipo economico.

2) Scegline una alla tua portata

Si sa: i soldi (e magari qualche pater familias poco attento ai desideri delle figlie) possono fare grandi miracoli. Era cosa relativamente facile che un vecchiaccio storpio e con la gotta prendesse in sposa una ragazzina tra le più piacenti sul mercato.
Sconsigliato!, dicono i predicatori. Ma non tanto per pietà nei confronti della piacente fanciulla. Meglio una moglie che sia pari al marito, sia per età che per aspetto esteriore, proprio a fini buona riuscita del matrimonio.
Secondo Peraldo, domenicano lionese, l’omogeneità della coppia (anche proprio a livello fisico!) è elemento indispensabile per la sua stabilità nel lungo periodo. Jacopo da Varagine gli fa eco suggerendo all’uomo-medio una donna “della porta accanto”, giusta via di mezzo tra una bruttezza eccessiva che ti fa salir la depressione addosso e una bellezza dirompente che genera spesso ansie e gelosie.

3) Ricorda il detto “tale il padre, tale il figlio”

Spesso noi moderni consideriamo il matrimonio solo ed esclusivamente come una cosa alla “due cuori e una capanna” (come se poi, oltre la porta della capanna, non ci ritrovassimo con tutta la famiglia d’origine del nostro ammmore che, giustamente, suona al campanello).
Gli antichi tenevano questa circostanza senz’altro in maggiore considerazione: ovvio, in un’epoca in cui il matrimonio non era tanto una scelta d’amore, quanto più un’alleanza tra due famiglie.

Bene: i predicatori medievali concordano in massa sul detto che “la mela non cade lontano dall’albero”. Prima di scegliere una sposa, dunque, si studi attentamente tutta la sua famiglia: non solo perché, giustamente, è con quella famiglia che ti stai imparentando, ma anche perché… dal comportamento dei genitori si comprendono tante cose sui figli. Jacopo da Varagine suggerisce di stalkerare a lungo la potenziale suocera per farsi un’idea di quale possa esser stata l’educazione ricevuta dalla figlia. Paolo da Certaldo guarda ancora più lungo, e non disdegna occhiate indagatrici addirittura alle nonne della futura sposa.
La mela non cade lontana dall’albero: e se suoceri di buon carattere possono essere una rassicurante consolazione, suoceri scostanti e dai comportamenti immorali dovrebbero essere un enorme campanello d’allarme – indipendentemente dalla vastità delle terre che portano in feudo.

4) Meglio una vergine alle prime esperienze che una donna consumata

Ma non per una questione puramente sessuale, anzi! Nel Medioevo era frequente che una donna rimanesse vedova dopo qualche anno di matrimonio, infelicissima situazione dalla quale era senz’altro auspicabile che la signora venisse sollevata. Nessuno si sarebbe mai sognato di rifiutarla solo perché la tapina non era più illibata, giusto per capirci.
I predicatori, però, suggeriscono di andare sempre molto cauti quando si prende in considerazione l’idea di sposare una vedova. Per una ragione assai semplice: la poveretta porta con sé un bagaglio emotivo che potrebbe essere difficile da gestire. Ella è già stata padrona di casa, ella è già stata moglie ; ella, forse, addirittura è già stata madre (e Dio non voglia che i suoi figlioletti rifiutino di vedere in te il nuovo capofamiglia!). A differenza della vedova, che arriva alle seconde nozze forte di abitudini già consolidate – tutti elementi di potenziale tensione nella quotidianità d’un matrimonio – la ragazza “alla sua prima storia” si getta nelle braccia dello sposo come una tabula rasa, sulla quale sarà più agevole scrivere assieme la propria storia.

5) Prega, prega, (e non pretendere l’impossibile)

Non è facile creare (e mandare avanti) un buon matrimonio. Anzi è difficile, difficilissimo: anzi, è proprio impossibile, se si pensa di poterlo fare con le sole forze umane!
Proprio per questo, secondo Peraldo, la principale occupazione di colui che sta cercando moglie dovrebbe essere pregare. In maniera non dissimile dall’occupazione di chi, in noviziato, cerca di discernere la sua vocazione: pregare, implorare lo Spirito per un’illuminazione, e solo dietro assistenza divina scegliere la propria metà.
Che, si badi bene, non sarà mai perfetta, perché la perfezione non è di questo mondo. Il domenicano inglese Giovanni Bromyard è molto esplicito su questo punto: feconda o sterile, bella o brutta, la moglie è comunque, e inevitabilmente, fonte di problemi, prima o poi. Il partner perfetto non esiste, così come non esiste affatto il Matrimonio Perfetto.
Esiste semmai il Matrimonio Meno Imperfetto Possibile… ed è su quello che tocca lavorare, per farlo funzionare al meglio.

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“A Medieval Couple at their Wedding Feast”, Mary Evans Picture Library

7 risposte a "Cercar moglie, nel Medioevo"

  1. Luca

    Molto interessante, grazie! Non credevo che i Predicatori si fossero pronunciati in tal senso; tra l’altro, alcuni come Peraldo non li conoscevo neanche… buon pomeriggio! 🙂

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  2. Secoli bui ma non troppo

    “Il partner perfetto non esiste, così come non esiste affatto il Matrimonio Perfetto.
    Esiste semmai il Matrimonio Meno Imperfetto Possibile… ed è su quello che tocca lavorare, per farlo funzionare al meglio.”
    L’avevano capito pure i medievali e io sto ancora qui a rompere l’anima al mio fidanzato pure quando respira un po’ più forte!

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  3. Pingback: Lo sposo non è un marito, e altre mirabolanti realtà che non conoscevate riguardo il matrimonio medievale – Una penna spuntata

  4. Principe di Terra Riarsa

    Che nessuno avrebbe respinto la tapina perché non vergine è assolutamente falso. Forse poteva essere vero per le donne ricche, con le quali il matrimonio era un affare tra famiglie; ma per le persone comuni mai: per una sposa presentarsi non vergine allo sposo era quanto di più disonorevole per lei e la famiglia; senza contare che presentare il “lenzuolo” ai suoceri era un gesto quasi sacro rimasto vivo sino al secolo scorso. Solo voi donne di oggi per ipocrisia disprezzate la verginità. Non si capisce con quale spirito vi sposiate.

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    1. Lucia Graziano

      Ehm, forse bisogna sommessamente far notare che l’intero paragrafo era dichiaratamente riferito alle donne vedove, ovviamente non più vergini, che nessuno si sarebbe sognato di rifiutare in quanto tali 😅

      (Che poi, anche sulla verginità prematrimoniale tout court si potrebbe ragionare: ad esempio, l’età vittoriana è un periodo molto più pudico di certi secoli medievali, in questo senso. Nell’Alto Medioevo, specie quando non erano le autorità religiose a celebrare le nozze e il matrimonio si svolgeva a tappe (impalmamento – giure – inanellamento), sono storicamente testimoniati numerosi casi di coppie che dopo le giure cominciavano sistematicamente e apertamente a dormire insieme, senza che la cosa avere l’aria di costituire particolare scandalo. Ovviamente non si trattava di relazioni occasionali e ovviamente la legge fissava multe molto severe per chi, dopo aver fatto impalmamento e giure, si fosse rifiutato di mantenere la parola data procedendo all’inanellamento, quindi la donna era molto tutelata in tal senso e la situazione era del tutto imparagonabile a quella del XXI secolo. Ma anche su quel tema, se uno andasse a scandagliar le fonti, troverebbe posizioni più variegate, e anche inevitabilmente visto che era proprio diverso il modo di sposarsi all’epoca).

      Ma soprattutto: resta che in quel passaggio si stava parlando di giovani vedove 😂

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      1. Principe di Terra Riarsa

        Lucia, hai ragione. Ma la frase “la tapina non era più illibata” mi risulta sottilmente fuorviante. Nel Medioevo il matrimonio era SOLO religioso, a prescindere dalle tappe e dal modo in cui si configurava, modo che effettivamente era diverso. Oggi per esempio un matrimonio per procura sarebbe un cinema. Anche il matrimonio greco era in tappe e a Roma c’erano tanti modi per sposarsi: un anno di convivenza, per esempio, costituiva per usucapione un matrimonio legale. Ovviamente il Medioevo non poteva essere esente da residui di 1500 anni di paganesimo, epoca da cui proveniva.

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