“I cosacchi abbevereranno i cavalli nelle fontane di S. Pietro”

L’immagine dei cosacchi che abbeverano i cavalli nelle fontane di San Pietro è stata una dei punti forti della propaganda anticomunista del primo dopoguerra. Variamente identificate a seconda dell’uditorio come fontane di San Pietro o (più genericamente) della laica Roma, le polle d’acqua della Città Eterna sembravano in costante pericolo di esser profanate da orde di barbarici invasori.
E diciamocelo: l’immagine dei cavalli comunisti che pascolano a San Pietro è indubbiamente di alto impatto emotivo – ma precisamente da dove arriva? Come è nato il mito dei cosacchi in Vaticano?

Ne ricostruisce la storia Stevano Pivato nel gustossissimo libro Favole e Politica. Pinocchio, Cappuccetto rosso e la guerra fredda, recentemente edito da Il Mulino. Secondo l’autore, il mito si cristallizza nell’immaginario collettivo grazie al clima di terrore della Guerra Fredda, ma in realtà ha origini ottocentesche.

Ad andare indietro nel tempo alla ricerca di una profezia su orde cosacche che profanano chiese, in effetti, qualcosa si trova. Nella Liguria nella prima metà dell’800, molto celebri erano le profezie ansiogene di suor Rosa Colomba Asdente dei conti di Luceramo.

L’autore del saggio la nomina en passant; io, nel leggere il suo nome, ho fatto un salto sulla sedia, perché suor Rosa Colomba la conosco piuttosto bene: ho avuto la ventura di archiviare le carte provenienti da un convento ligure in cui questa mistica aveva molti fan.
Cercherò di essere il più possibile rispettosa di suor Rosa Colomba: sciropparmi tutte le sue profezie non è stato così spiacevole, perché l’ho trovata una lettura, aehm, esilarante. Molto rispettosamente mi limiterò a rilevare che, allo stato attuale, suor Rosa Colomba non ne ha imbroccata una.

In ogni caso, il punto forte delle sue profezie è che a un certo punto scoppierà una terribile guerra tra Russi e Prussiani, che rapidamente degenererà in un conflitto su larga scala nel corso del quale anche l’Italia sarà coinvolta. I perfidi Russi condurranno allo sfacelo l’Occidente tutto, sembreranno lì lì per annientare Santa Romana Chiesa e, come gesto estremo di profanazione di tutto ciò che è sacro, manderanno i cosacchi ad abbeverare i loro cavalli nel luogo che è il simbolo per eccellenza della Cattolicità.

No, che avete capito? Non sto parlando di San Pietro.
Sto parlando del monastero domenicano di Arma di Taggia, ameno borgo ligure a pochi chilometri da Imperia nonché luogo di residenza della monachella visionaria. Aehm.
Vi conforterà sapere che dopo l’Estrema Onta dei cavalli abbeverati nel monastero di Arma di Taggia, la cattolicità – seppur provata dal grave sfregio – troverà le forze di rialzarsi e vincere.

Ora: suor Rosa Colomba Asdente diffondeva profezie… come dire?, di questo tenore. Però, incredibilmente, aveva un certo successo di pubblico. Alcuni dei suoi scritti raggiunsero anche don Bosco il quale, pur senza dare particolare endorsement a queste visioni, le menzionò ad alcuni confratelli contribuendo senz’altro a un’ulteriore diffusione.

Del resto, lo stesso don Bosco ci era andato giù pesante, con profezie apocalittiche sul futuro di Roma. Nel 1870, il sacerdote torinese aveva condiviso con Pio IX una inquietante visione da lui avuta circa il futuro della Città Eterna, che descrisse in questi termini:

Roma! Io verrò a te quattro volte. Nella prima percuoterò le tue terre e i suoi abitanti. Nella seconda porterò la strage e lo sterminio fino alle tue mura. Non apri ancora l’occhio? Verrò la terza volta, abbatterò le difese e i difensori, ed al comando del Santo Padre subentrerà il regno del terrore, dello spavento, della desolazione. Ma i miei savi fuggono. La mia legge è tuttora calpestata. Perciò farò la quarta visita. Guai a te se la mia legge sarà ancora un nome vano per te. Succederanno prevaricazioni nei dotti e negli ignoranti. Il tuo sangue ed il sangue dei tuoi figli laveranno le macchie che tu fai alla legge di Dio.

Non vengono nominati né cosacchi né fontane, ma diciamo che l’Urbe non se la passava tanto bene.
Così come non se la passava per niente bene in una visione avuta nel 1872 da una certa suor Imelda, che la sognò “distrutta e coperta di macerie”. E già nel 1846 la Madonna di La Salette aveva annunciato ai pastorelli che

Roma sparirà e i fuoco cadrà dal cielo; […] tutto si crederà perduto e non si vedranno che omicidi; non si sentirà che rumore d’armi e di bestemmie. I giusti soffriranno molto. […] Roma perderà la fede e diventerà il seggio dell’Anticristo.

Si potrebbe andare avanti per pagine e pagine, perché tra metà Ottocento e inizio Novecento spuntano come funghi profezie e visioni che pronosticano una caduta di Roma.

Gli uffici preposti all’interno della Santa Sede sapranno dirci, a tempo debito, se queste rivelazioni siano da considerare autentiche. A noi storici, per fortuna, spetta un compito meno arduo, e cioè inquadrare questi fenomeni nel contesto socio-culturale di loro appartenenza. E da questo punto di vista, posso dire che le profezie ottocentesche si inseriscono in un contesto in cui molti cattolici vivevano un forte disagio di fronte a una Chiesa che percepivano sempre più tiepida e lontana dalla vera fede. Le vicende risorgimentali e la graduale laicizzazione del sistema scolastico, con conseguente estromissione della Chiesa dall’educazione dei più piccoli, contribuivano inoltre ad alimentare quel clima da apocalisse imminente.

I cosacchi russi? Per il momento, erano il minore dei problemi, anche se, come abbiamo visto nelle profezie di suor Rosa Colomba, un certo timore nei loro confronti esisteva già. Evidentemente la mistica imperiese non aveva paura dei comunisti, ma temeva la politica di espansionismo panslavista che in quegli anni faceva tanta gola agli zar.
Zar che peraltro non erano di religione cattolica: quindi, non ci deve stupire più di tanto vedere europei dell’800 terrorizzati dal cosacco anti-cattolico. Non è che stessero presagendo la Guerra Fredda: è che l’invasore russo faceva una certa paura già allora, per ragioni politiche completamente differenti.

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Naturalmente: gli anni passano, le cose cambiano, gli zar di Russia vengono assassinati e gli occidentali che avevano temuto l’anticattolicesimo della famiglia Romanov si rendono conto di esser caduti dalla padella nella brace. L’aperto ateismo di Lenin e dei suoi successori fanno improvvisamente acquistare concretezza a tutte quelle profezie che nei decenni passati avevano vagamente pronosticato una profanazione di Roma.
Se, fino ad allora, molti cattolici avevano faticato nell’inquadrare con precisione da dove arrivasse il pericolo (da Satana? Da un Papa inetto? Dai peccati della Chiesa? Dall’Apocalisse imminente?), adesso il Nemico della Cristianità aveva improvvisamente un nome e un cognome: era il dittatore comunista che marciava deciso verso l’Occidente.

È in questo contesto culturale che le antiche profezie ottocentesche sulla distruzione di Roma vengono rilette in chiave anti-leninista, con l’improvvisa menzione delle orde cosacche in marcia verso l’Italia. L’immagine evocativa dei cavalli fatti abbeverare nelle acquasantiere e nelle fontane delle chiese (…ancorché non di quelle di Arma di Taggia) sarà stata presa dalla profezia di suor Rosa Colomba?
Possibile. Chissà.
Fatto sta che il mito si cristallizza nell’immaginario collettivo proprio in questa forma, godendo di un inevitabile revival nell’Italia del primo dopoguerra alla vigilia delle elezioni del 1948. Il messaggio era chiaro: pensate bene a chi dare il vostro voto, o cittadini italiani – la scelta sbagliata finirà col portare anche in Italia la dittatura e l’ateismo di Stato!

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E per chiudere, volete saperne una? Il mito dei cosacchi che usano San Pietro come abbeveratoio ha un breve, singolare revival anche in epoca ancor più recente. Nel 1963.

In Italia, il ’63 è un anno critico, sia sul versante comunista che sul versante cattolico. Se, oltre le mura vaticane, è in pieno svolgimento il Concilio Vaticano II, la cui riforma entusiasma alcuni ed atterrisce molti altri, dall’altro lato del Tevere il partito socialista acquista un crescente consenso di pubblico (alla fine di quell’anno, riuscirà ad entrare nel governo).
Ed è proprio in questo contesto che alcuni critici riesumano la vecchia profezia dei cosacchi sanpietrini, arrivando addirittura a scrivere (per la penna di Lucio Mastronardi)

Fratelli: il capo dei cosacchi ha mandato a Pietro sua figlia e suo genero per testare l’acqua. I cosacchi sono pronti. I cosacchi scalpitano. Fratelli, fermiamo i cavalli dei cosacchi!

La figlia del capo cosacco?
In effetti a San Pietro ci era andata per davvero, anche se non ci risulta si sia abbeverata ai fontanini. Il riferimento è alla visita a Roma che Rada Krusciov, figlia di Nikita, aveva fatto nel marzo 1963 in compagnia di suo marito Alexei. Giovanni XXIII aveva accettato di ricevere in Vaticano i due emissari del Cremlino, in una scelta controversa che aveva fatto inorridire molti. In una intervista concessa molti anni più tardi, Rada Krusciov avrebbe ricordato “sapevamo che in Vaticano c’erano due fazioni, una favorevole e l’altra contraria alla nostra richiesta di un incontro con il Papa”. Quanto a Roncalli, un giorno confidò al suo segretario personale “questo incontro può essere una delusione oppure un filo misterioso della Provvidenza che io non ho il diritto di rompere”.

Com’è, com’è non è. In ogni caso, di invasori cosacchi a San Pietro, io, per ora, non ne ho visti mai.

18 risposte a "“I cosacchi abbevereranno i cavalli nelle fontane di S. Pietro”"

      1. Bianca Maria Rizzoli

        Molto divertente e ben fatto. Stavo cercando documentazione sulle false profezie (in realtà partendo da Nostradamus) e mi ricordavo la frase sui cavalli dei cosacchi che si abbeverano alle fontane. Io poi che ho una discreta età ho conosciuto nella mia giovinezza l’anticomunismo viscerale della DC. Tipo il famoso manifesto: “Nella cabina elettorale Dio ti vede e Stalin no”, copiright Guareschi. Buon lavoro, Bianca

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  1. marinz

    Ma se i prussiani fossero più in generale i “germani” quindi la profezia in parte potrebbe essersi avverata… poi i russi si fermarono a est e non poterono arrivare in Italia perchè c’erano già gli americani… 😛

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  2. Laura Zaccaro

    Cito: “…molti cattolici vivevano un forte disagio di fronte a una Chiesa che percepivano sempre più tiepida e lontana dalla Tradizione. Le vicende risorgimentali e la graduale laicizzazione del sistema scolastico, con conseguente estromissione della Chiesa dall’educazione dei più piccoli, contribuivano inoltre ad alimentare quel clima da apocalisse imminente…”

    Beh, guardando la situazione odierna, non mi pare cambiato poi molto. La “guerra” tra tradizionalisti e progressisti prosegue. Che Dio ci perdoni! 😀

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  3. zimisce

    Io vorrei spezzare una lancia a favore della povera veggente, perché so effettivamente di Cosacchi arrivati in Italia, non il Liguria ma in Friuli, nel corso di una guerra tra Prussiani (Nazisti) e Russi (Sovietici). È una storia poco conosciuta, che riguarda Cosacchi veri, quelli coi cavalli e col colbacco.

    https://it.m.wikipedia.org/wiki/Operazione_Ataman

    http://www.patriaindipendente.it/persone-e-luoghi/servizi/cosacchi-in-friuli-il-flagello-di-dio/

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  4. Pingback: Quando i cosacchi nazi-comunisti abbeveravano i cavalli alle fontane del Friuli – Una penna spuntata

  5. mikahel369

    Quando si hanno sogni profetici, Roma non è perforza la, città di Roma, ma ciò che rappresenta.
    Per cui potrebbe essere la cristianetà, arte della profezia parlava di dissacrazione dei luoghi di culto, non è questo, che successemcon i bolscevici in Russia? Non mandarono allo sterminio milioni (50 o 100?) di Cristiani (“romani”) nei gulag?
    Imsogni devono essere interpretati in base alle conoscenze della singola persona, se la suora conosceva solo il suo convento, allora in sogno ha visto quello a titolo di esempio, non vuol dire che sarebbero andati esattamente li.
    Anche parlare di Prussia, all’epoca non c’era la Germania per cui potrebbe riferirsi ad altro tempo.

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    1. Lucia

      Sì, beh, diciamo che – ehm – c’erano delle altre criticità nelle profezie di suor Rosa Colomba prese nel complesso 😉 tali da giustificare un certo scetticismo di fondo.

      Peraltro, non mi ricordo se le sue profezie derivassero da visioni o da vere e proprie locuzioni. Nel secondo caso sarebbe stato ulteriormente problematico…

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  6. investigator113

    e invece i russi arriveranno a Roma dopo l’islamizzazione con la complicità di Bergoglio, forse pure quello dopo seguirà la stessa linea di Papa Francesco che aprirà definitivamente l’entrata in Vaticano agli islamici. Distruggeranno Roma come capitale del cristianesimo: Le chiese invece della croce avranno la mezza luna trasformate in moschee. La Chiesa Cattolica Ortodossa riuscirà a riconquistare Roma e rinascerà il nuovo cristianesimo, lontano dalle lobby finanziarie ovvero i sionisti

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  7. Anonimo

    non è forse abbastanza chiaro quando Maria dice: da una fessura della chiesa è penetrato satana? non vedete i peccati della chiesa? non vedete i loro lussi? satana si è incarnato e stesso padre Pio ne fa nota in una breve descrizione.. esso frequenta la chiesa vaticana, è padrone dei soldi mondiali, gira il mondo ha diverse sedi, Roma è la capitale italiana la chiesa si è resa padrona del mondo con delle carte dal valore nullo, si è circondata di statue di santi e di sacralità dietro un mantello satanico , ma è stata ingannata dal suo stesso padrone il quale sotto comando assoluto di Dio supremo lo ha mandato nel mondo a cercare la gramigna. ora il separatore ha terminato i suoi 100 anni, l’uomo è in preda alla sua piu totale follia e perseverazione, è giunto il tempo della fine dei tempi. liberata Roma liberato il mondo. le forze celesti in ogni dove vinceranno la battaglia satana ha terminato il suo compito, l’umanità sarà smistata in base alle loro azioni e nuovo cielo e nuova terra risorgerà finalmente nell’armonia nell’amore e nella pace.

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    1. Lucia

      Ecco, sì: suor Rosa Colomba non avrebbe annoverato tra i cattivi la Chiesa, né tantomeno il papa, però diciamo che per il resto il mood globale era grossomodo quello 😅

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  8. Anonimo

    La profezia mi sembra incompleta, conpletiamola con “san Pietro-burgo”, i mercenari kosacchi oggi si chiamano ucraini, la Prussia esiste dal quarto secolo era solo occultata, come lo e anche oggi mentre gestisce la nuova guerra al solo scopo di mostrarsi come salvatore per acquisire abbastanza potere per scatenarne altre 100.
    Proclamo esaurita l’era d’Ermete

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  9. ac-comandante

    La profezia di don Bosco è stata interpretata con tre eventi già avvenuti:

    -presa di Roma

    -Grande Guerra (Roma non toccata ma le stragi al fronte furono gravissime)

    -Seconda Guerra Mondiale (Roma bombardata)

    La quarta indicherebbe un probabile scisma, e su questo c’è gente che teme (o spera) che Trump sia rieletto e dia credito al c.d. “codice Ratzinger”, quella teoria del complotto che vorrebbe che Ratzinger non abbia mai abdicato. Qualcuno in merito a Trump pare abbia già scritto e pure favoleggiava che avrebbe restaurato Ratzinger se fosse stato rieletto nel 2020 (mi chiedo perchè: la fantasiosa storia era già uscita quando il tinto è arrivato alla Casa Bianca; mi chiedo anche come: nota diplomatica di minacce o Marines in Vaticano?).

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    1. Lucia Graziano

      Mah, che Trump rieletto debba volersi immischiare nelle vicende vaticane perché crede al codice Ratzinger, che è una teoria molto settoriale anche nel mondo del complottismo cattolico (onestamente penso che abbia una certa diffusione sui social qui in Italia ma che all’estero non la conosca quasi nessuno, almeno in questa forma) mi pare un po’ il wishful thinking di chi sostiene il codice Ratzinger, eh 😂 Però è interessante: a suo modo mi sembra una variante di certe teorie di QAnon che vedono in Trump una figura messianica sotto la cui guida i mali del mondo smetteranno d’esistere e tutti vivranno più felici. L’idea di Trump che restaura Ratzinger deponendo l’odiato pontefice è probabilmente una sotto-variante di questa idea, cara a quelle piccole sacche di cattolicesimo tradizionalista che hanno in odio papa Francesco. Gira e rigira, direi che è una rielaborazione locale dello stesso tema di fondo che sta alla base di QAnon (o quantomeno della sua versione più politica e politicizzata).

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