1582: quando il Papa viaggiò nel tempo

La sera del 4 ottobre 1582, papa Gregorio XIII si tolse le pantofole e si infilò sotto le coperte, per risvegliarsi il 15 dello stesso mese.

Il punto non è che il Santo Padre era un dormiglione. Come molti di voi avranno certamente già intuito, il punto è un altro: nel 1582, veniva attuata la riforma che portò all’adozione del calendario gregoriano. Al fine di riallineare il calendario al ciclo delle stagioni, il 1582 perse dieci giorni: i giorni dal 5 al 14 ottobre furono inghiottiti nel nulla. Fu un piccolo… viaggio nel tempo, per buona parte della Cattolicità.

Fin qui, la storia è nota, ma ci sono altre piccole chicche che meritano d’esser raccontate.
A partire da quella che è la più grande domanda: ma in effetti, cosa diamine c’entra, un Papa, con la riforma del calendario?
Voglio dire: proprio il Papa, doveva prendersi la briga di far tutto ‘sto macello? Non poteva provvedere qualche altra autorità? Chi diamine gliel’ha fatto fare, a Gregorio XIII?

Beh: esattamente il fatto di essere il Papa.
Gregorio XIII si prese l’incomodo di riformare il calendario, non tanto perché fosse un sovrano illuminato o perché avesse particolari interessi in campo astronomico.
Di sovrani illuminati appassionati di scienza ce ne son stati molti, e non era certo un mistero che il calendario giuliano presentasse numerose pecche. Ma nessuno s’era preso la briga di metter mano al calendario universale (pensate a quale mastodontica e rognosissima operazione!), per il semplice fatto che… vabbeh. In fin dei conti, che te cambia?

Il grosso problema del calendario giuliano era che, col passar del tempo, si era disallineato rispetto al reale ciclo delle stagioni. Per capirci: il calendario diceva “oggi è l’equinozio di primavera”, ma in realtà, dal punto di vista astronomico, il vero equinozio cadeva in un altro momento.
Penso che riconosceremo tutti che, all’atto pratico, si poteva vivere piuttosto serenamente anche con un calendario sfalsato. Alla fin fine, chi è che vede stravolgersi la sua quotidianità a seconda della data di un equinozio?
Qualche scienziato pazzo, magari. Un astronomo di professione.
E poi l’intera cristianità, ovviamente.

Talvolta, tendiamo a sottovalutare quest’aspetto, ma i Cristiani calcolano la data della Pasqua a partire dall’equinozio di primavera. Il cardine dell’anno liturgico (sul quale si plasmava, all’epoca, anche il calendario civile) è inscindibilmente legato a quel momento.
Nel 1577, il “vero” equinozio di primavera, quello astronomico, era ormai notevolmente lontano rispetto alla data segnata sul calendario (cadeva attorno all’11 marzo). E quando la cosa fu portata all’attenzione di Gregorio XIII, il Santo Padre ci mise ben poco a rendersi conto che la situazione era grave.

Per fortuna, c’era chi era pronto a correre ai ripari.
Per gran parte della sua vita, Luigi Lilio, un oscuro astronomo calabrese sul cui conto sono sopravvissute incredibilmente poche notizie, era stato messo a libro paga dal conte Carafa di Ciriò per occuparsi dell’annosa questione. Lilio morì non si sa bene quando, ma comunque prima che i suoi studi fossero presentati a Gregorio XIII. La soddisfazione, diciamo così, ce l’ebbe post mortem: le proposte di Lilio furono la base per la riforma calendariale. Impossibilitato a remunerare lo scienziato, il papa scelse di beneficiare i suoi eredi, e accordò loro, per qualche tempo, il monopolio assoluto nella stampa di calendari.

Tutto molto bello, sennonché…  beh: non è mica facile, stravolgere di punto in bianco il calendario universale. Non sarebbe facile nemmeno adesso per la comunità scientifica, figuriamoci nel ‘500 per il Papa.

Con la bolla Inter gravissima del 24 febbraio 1582, Gregorio XIII imponeva l’adozione del nuovo calendario a quella parte di cristianità che era fedele a Roma. Già questo sarebbe bastato a tagliar fuori una larga fetta d’Europa, ma va detto che manco i Paesi cattolici se lo filarono più di tanto. La Francia accettò sì di uniformarsi al nuovo calendario, ma volle farlo a fine anno, nel mese di dicembre; i Paesi Bassi cattolici aderirono nel 1583; l’Austria e la Baviera nel 1584; la Polonia nel 1586; l’Ungheria nel 1587.
Già questa serie di adesioni scaglionate dovrebbe rendere l’idea del caos che si dovette vivere in Europa, in un tempo in cui la domanda “quanti ne abbiamo oggi?” prevedeva una risposta decisamente non scontata.
Ma il peggio accadde in Svizzera e in Germania, aree in cui, a distanza di pochissimi chilometri, si alternavano Stati protestanti a Stati che erano fedeli a Roma. In quelle zone, sarebbe bastato varcare una linea di confine per fare proprio malgrado un… viaggio temporale. Se gli Stati cattolici, infatti, avevano già adottato il calendario gregoriano, gli Stati protestanti erano fermi al calendario giuliano, e quindi vivevano “dieci giorni indietro” rispetto alla Cattolicità. Con conseguenze pittoresche in termini di contratti, affitti e stipule di atti notarili, come potrete facilmente immaginare.

I Paesi protestanti non avevano nulla da eccepire sulla natura scientifica della riforma, che solo raramente fu criticata sul piano accademico. Il loro problema era, prevedibilmente, legato all’autorità che cercava di imporla, questa benedetta riforma. Che il papa di Roma pretendesse di governare sul mondo al punto tale da cambiare addirittura la data segnata sul calendario (!) – ecco, quello no. Quello era inaccettabile, per i Protestanti.
Molti dei quali videro, peraltro, nella riforma del calendario, l’ennesima conferma di come il papa fosse l’Anticristo, tornato in terra per dividere e ingannare. Il teologo protestante James Heerbrand, ad esempio, accusò il papa di volersi sostituire a Dio nel regolare il corso del tempo e, peggio ancora, di aver volutamente stravolto il calendario per far cadere nel peccato i suoi seguaci.
Come? inducendoli a osservare le feste di precetto nei giorni sbagliati: cioè, inducendoli a non osservarle affatto.

Tra tutti gli Stati protestanti, fu la Prussia ad esprimere le posizioni più morbide riguardo la riforma. Per questioni di praticità, nel 1610 si rassegnò ad adottare il nuovo calendario, un po’ controvoglia. Ma fu un caso isolato: gli altri Paesi protestanti accettarono di mettersi al passo solo nel 1700, e solo quando scese in campo a perorare la riforma niente meno che Gottfried Liebniz, forte di una autorità che non poteva essere messa in discussione.
L’ultima, disperata resistenza fu tentata da Gran Bretagna e Svezia. Alla fin fine, capitolarono anche loro – rispettivamente nel 1752 e nel 1753 – non senza le proteste dei sudditi.

E così – dopo quasi due secoli di fatica – la riforma del calendario riusciva finalmente a imporsi in tutta Europa…
…o, per meglio dire: in tutta l’Europa occidentale. Ché gli Stati di cultura ortodossa fecero molta, molta più fatica ad accantonare il calendario giuliano, che, nel tempo, era divenuto una sorta di vessillo ideologico del movimento panslavista, a sottolinearne la distanza culturale dall’Europa.
Per capire le proporzioni del problema, vi basterà pensare che la famosa “rivoluzione di ottobre” che fece crollare la Russia zarista non si svolse ad ottobre proprio per niente.
O meglio: si svolse a fine ottobre secondo il calendario giuliano, quello ancora in uso all’epoca degli Zar. Ma il resto del mondo era già dieci giorni più avanti – sicché, tecnicamente, la rivoluzione d’ottobre ebbe luogo, per noialtri, tra il 6 e il 7 novembre.

Una cosa buona, i bolscevichi la fecero, una volta preso il potere. In un processo di modernizzazione e di presa di distanza dall’eredità zarista, decisero una buona volta di unirsi al resto d’Europa nell’adozione del calendario gregoriano. Il suo esempio servì a smuovere tutti gli altri paesi ortodossi, abituati all’egemonia culturale russa: la Bulgaria si mise al passo nel 1918; la Jugoslavia e la Romania nel 1919. L’ultima fu la Grecia, che adottò il calendario gregoriano nel 1923.

All’epoca, mia nonna aveva due anni.
Non male, come tempi d’attuazione, per una legge che avrebbe dovuto entrare in vigore nel Rinascimento.

66 risposte a "1582: quando il Papa viaggiò nel tempo"

    1. Lucia

      😩 che brutta cosa!

      A margine, una mia amica del liceo era nata (…oltretutto con parto cesareo programmato, LOL!), il 29 febbraio.
      Il suo sì che era un dramma vero 😆

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        1. Lucia

          Sì, soprattutto perché il cesareo era stato programmato per quel giorno già da tempo, non era stato un travaglio che, vabbeh, inizia nel giorno jellato e non è colpa di nessuno.
          La mia amica, in piena fase di paturnie adolescenziali, era risentita per questa cosa per davvero XD

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          1. klaudjia

            Io ho conosciuto una persona che, invece, era stata defraudata del luogo di nascita. Sul suo documento alla voce “luogo di nascita” c’era scritto “a bordo della nave *****”. Nel bel mezzo dell’Atlantico!! Un’altra nata a bordo dell’aereo!

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      1. blogdibarbara

        C’è un libro bellissimo di una scrittrice pakistana, Sale e zafferano, a proposito di 29 febbraio, in cui si dice dei casini che si verificano nella sua famiglia con i gemelli, in particolare quando nascono uno prima della mezzanotte e uno dopo, cioè in due giorni diversi, per non parlare di quei tre nati uno poco prima della mezzanotte del 28 febbraio, uno poco dopo la mezzanotte, ossia il 29 gennaio, e uno a metà: la testa un attimo prima della mezzanotte e il resto del corpo dopo.

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  1. blogdibarbara

    Ho scoperto appena un paio d’anni fa che il detto “santa Lucia, il giorno più corto che ci sia” è dovuto proprio al fatto che prima della riforma era in quel giorno lì che cadeva il solstizio. A santa Lucia comunque, ho appreso nella medesima occasione, un primato resta tuttora: se è vero che il giorno più corto in totale è il 21 dicembre, il 13 è però quello in cui il sole tramonta più presto.

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    1. Lucia

      :-O
      Da brava Lucia, sapevo già delle origini dietro all’adagio, ma non sapevo assolutamente che il 13 dicembre fosse il giorno in cui il sole tramonta più presto!

      Yeeee!
      A noi Lucie hanno scippato un primato, ma non sono riuscite a toglierci tutto! 🤣🙌

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        1. blogdibarbara

          In effetti, pensandoci, non lo so, può essere benissimo come dici tu. Effettivamente la “teologia” può combinare strani scherzi, a Gerusalemme per esempio ci sono due Santi Sepolcri, quello cattolico e quello protestante, e anche di vari altri luoghi santi cristiani – però non ricordo quali – c’è il doppione. E naturalmente ognuno dei due garantisce che il proprio è quello giusto e l’altro quello farlocco.

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          1. Lucia

            Credo che la differenza sia causata sia da ragioni liturgiche sia da ragioni di calendario. O meglio, che le ragioni siano un tutt’uno.

            Nel senso: quando i Paesi dell’Europa orientale si sono decisi finalmente ad abbandonare il calendario giuliano, alcune Chiese ortodosse si sono rifiutate di fare altrettanto, e quindi hanno continuato a tenere in uso, nella liturgia, quello “di sempre” (che, ormai, aveva assunto anche un significato culturale e ideologico importante, come dicevo)

            Quindi sì, la differenza è di natura religiosa, perché le Chiese hanno rifiutato di accettare il nuovo calendario civile per un misto di ragioni identitarie e “teologiche” (chi siamo noi per stravolgere il calendario, etc etc).
            Però, di base, si torna sempre alla differenza tra calendario giuliano e gregoriano 😛

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  2. Elisabetta

    Ma allora tutte le date di eventi storici occorsi prima del 1700 nei paesi protestanti sono avvenuti in verità in altre date??? Per esempio la nascita dei compositori famosi ecc ?
    E allora tutti i cartomanti che fanno i temi astrologici ai big dell’epoca sono veramente smascherati (come se ce me fosse bisogno).

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  3. mikahel369

    I bolscevichi sono stati un oscenità da tutti i punti di vista, anche e soprattutto in questa scelta del calendario, giacché l’europa intera è stata privata del calendario Lunare, il quale non segue le stagioni terrestri ma quelle universali (nel senso della parola).
    Seguendo il calendario Lunare l’uomo avrebbe capito il beneficio di certi periodi su se stesso e non sulle verdure. Motivo in più per cercare di studiare un pochettino meglio l’islam, anziché seguire le congetture dei “padroni del discorso”.

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    1. blogdibarbara

      E slittando, mese dopo mese, ogni volta di uno o due giorni, ci si ritrova che il ramadan – niente cibo e niente acqua dall’alba al tramonto – previsto per cadere in inverno, con temperature basse e giornate corte, finisce per cadere in piena estate, con giornate lunghissime e roventi, e studenti che svengono in classe, chirurghi che svengono sul paziente eccetera, con grandissimi benefici su se stessi. Loro sì che hanno capito tutto, altro che noi imbecilli che abbiamo scelto di seguire i padroni del discorso.
      Non mi è poi molto chiara la faccenda dei bolscevichi: prima di loro la Russia usava il calendario lunare? Prima di papa Gregorio l’Europa usava il calendario lunare? Guarda che non devi darti da fare per dimostrare quanto sono ingarbugliati i tuoi “ragionamenti”: si era capito benissimo fin dall’inizio.

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      1. mikahel369

        Un po’ per volta cara Barbara, non tutto assieme.
        Io ho detto di conoscere meglio, non di parlarne più facilmente. Il problema non è la durata, ma il come lo si fa. Il problema è che per spiegarlo bisognerebbe provare a farlo nelle dovute maniere, ma riconosco che è difficile anche per gli stessi musulmani oggigiorno. Il digiuno, quando si smette di combatterlo e quindi lo si capisce, durante il ramadam in particolare (meno o molto meno non nei mesi successivi) ti da una forza interiore che non ti serve ne caffè ne altro per rimanere sveglio ne ti mancano le forze ne timviene sete o fame anche se lo fai in Inghilterra dove le ore di non digiuno sono ridotte a 3-4 di estate. Perciò abbassiamo i toni del discorso, così forse si può comprendere meglio.
        Ma tu hai scritto per comprendere o per attaccarmi personalmente?

        Anche perché il risultato che si ottiene durante il ramadam è abbattere il proprio ego, ma capisco che in occidente questo concetto (asportato di netto dai vangeli ma applicato nei fatti dal Battista e Gesù) è semi sconosciuto, perciò ho parlato di stare attenti ad i padroni del discorso.

        Lo so che già c’era il calendario solare un po’ ovunque, era solo un rimarcare alla titolare del post (non a te) che i bolscevichi vanno solo condannati (più di 50 milioni di morti, chi simschiera con loro sarà dei loro e con loro anche dopo).

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        1. blogdibarbara

          Ecco, era esattamente questo che intendevo: parli della bellezza e utilità del digiuno fatto dai musulmani col calendario lunare, lo metti in collegamento col calendario solare che a un certo punto viene riformato dl papa, ne approfitti per attaccare i bolscevichi che hanno accettato la riforma – di un calendario che già prima era solare – e ci attacchi su i 50 milioni di morti. Niente da dire: la logica è la tua virtù più spiccata.
          (Mi chiedi se ho scritto per comprendere? Posso dire che è la domanda più buffa che potevi fare?)

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          1. blogdibarbara

            Comunque la gente che sviene l’ho vista coi miei occhi. I miei studenti, per esempio. E ogni tanto anche qualche collega (sì, io ho vissuto e lavorato in un Paese islamico: le cose le conosco di prima mano, non solo da qualche letturina).

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          2. mikahel369

            Le tue farfugliate associazioni sono inutili con me, forse sugli altri avrai qualche presa.
            Ma riconosco il metodo per allontanare il discorso su temi irragionevoli, attaccare le persone sul personale, offenderle e dipingerle per quel che non sono e mettere foto ed altre cose inutili è il solito metodo degli urlatori dei padroni del discorso.

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          3. blogdibarbara

            Bene, prendo atto che non sei in grado di produrre un ragionamento logico, meno che mai di condurre un dialogo e rispondere nel merito. Mi fermo qui,perché non mi piace infierire.
            PS: quelli della foto sono marocchini.
            PPS: visto che ti piace contare i morti fatti dallo stalinismo, quanti ne ha fatti l’islam? E quanti ne hanno fatto le SS islamiche che militavano nel Terzo Reich?
            E con questo passo e chiudo. Se ti fa piacere pensare che non continuo perché sono a corto di argomenti, non fare complimenti, pensalo pure.

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          1. mikahel369

            Musulmani indonesiani che spezzano il diguno e prima di mangiare ringraziano e fanno una dua, ovvero richiesta a Dio/Allah.
            Cosa vuoi dimostrare oltre la tua ingoranza ed insaziabile volontà di denigrazione gratuita, cosa ci stai guadagnando? Mah!

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      1. mikahel369

        Lo so bene forse non mi sono fatto comprendere. L’europa lo perse proprio con l’inizio del crist-paganesimo instaurato dai Romani.
        Ed è stato un danno incredibile per noi uomini , ora che io lo seguo so dire il perché, ovviamente non è facile comprenderlo (nemmeno se lo spiegassi) se non lo si vive. Mosè e Gesù seguivano il calendario Lunare per applicare i riti spirituali, non di certo quello solare che è più proprio per l’agricoltura, che per lo spirito.

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          1. mikahel369

            Non lo è piu. Comunque mi riferivo al seguire il calendario lunare in funzione dei riti spirituali.
            Mosè e Gesù sono venuti per quello, non di certo per insegnare l’agricoltura.

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          2. blogdibarbara

            Per la precisione, il calendario ebraico è lunare, ma per ovviare alla sfasatura ogni tot anni viene inserito un “mese secondo” che riporta il conto in pari: dato che le celebrazioni religiose seguono – ovviamente, dal momento che la loro funzione è di ringraziare Dio per i doni che ha elargito – il ritmo della natura, sarebbe un tantino insensato fare il ringraziamento per il raccolto quando la terra è coperta di neve!

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  4. Murasaki Shikibu

    Da brava insegnante coscienziosa, o ogni classe terza spiego sempre che la rivoluzione russa de febbraio avvenne a marzo e quella do ottobre avvenne a novembre. Ma mai ho collegato tutto ciò col fatto che dietro c’era la riforma gregoriana del calendario da loro studiata all’incirca un anno prima e mai applicata fino a quel momento nei paesi dell’Est!
    Ancor meno avevo pensato alla festa di santa Lucia per cui, oltre a te ringrazio anche BlogdiBarbara!

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  5. klaudjia

    Mi ricordo di aver letto anche che, almeno a Roma (quindi credo in tutto lo Stato Pontificio) il giorno non finiva alle ore 24:00 ma dopo la messa del vespro (circa alle 19:00). Per questo quando morì a Roma morì john Keats inizialmente fu indicata la data del 22 febbraio 1821, in altre il 23 febbraio 1821

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    1. blogdibarbara

      Se ci pensi, anche nei Promessi sposi le ore sono indicate così (mi pare che sia nell’uscita notturna per tentare il matrimonio a sorpresa). Probabilmente è una derivazione dall’ebraismo, in cui il giorno comincia nel momento in cui finisce il precedente, ossia al tramonto.

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        1. Lucia

          Sì, per tantissimo tempo il computo del tempo è stato fatto non a partire dalla mezzanotte, ma a partire dall’alba.
          Non so onestamente se fosse una derivazione ebraica o se fosse solamente una questione di buon senso. In effetti, per un contadino che vive nella sua capannuccia e che di certo non ha un orologio in casa, il modo più sensato di calcolare il passaggio del tempo è tener conto dell’alternanza luce/tenebre.
          O di altri elementi tipo il suono delle campane che annunciano l’Ave Maria, toh.

          Piccola nota di curiosità: quando il tempo veniva calcolato sulla base dell’alternanza giorno/notte, è sì vero che il giorno era composto da ventiquattr’ore… ma non erano le ore che intendiamo noi.
          La giornata era divisa in 24 ore, di cui dodici “giornaliere” e dodici notturne.
          Ovvero: il lasso di tempo tra l’alba e il tramonto era diviso in dodici parti, e idem il lasso di tempo tra il tramonto e l’alba.
          Ma siccome ovviamente questo lasso di tempo varia notevolmente, tra inverno e estate, ne consegue che le ore medievali (ad esempio) avevano una durata variabile a seconda del periodo.

          Ricordo che questa cosa mi era stata fatta notare all’università, per spiegare come mai alcuni documenti dei Visconti dicessero cose bizzarre tipo “il signor Duca partì da Pavia all’ora nona, e giunse a Milano prima dell’ora decima”.
          E tu dici: ellamiseria, aveva fretta? Sarà andato al galoppo assieme alla scorta? Ma che strano, però: poteva agevolmente viaggiare in carrozza…

          E invece no: è che il signor Duca era partito in piena estate, quando le ore duravano molto più di 60 minuti. A detta del mio professore di allora, alcuni storici che non avevano prestato attenzione al dettaglio avevano preso delle solenni cantonate, a questo proposito 😀

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  6. ago86

    Che io sappia ci fu un’occasione nella quale la differenza tra calendario giuliano e gregoriano ha creato problemi di coordinazione tra l’esercito russo e quello austriaco, durante le guerre napoleoniche. Tanto che una battaglia venne vinta da Napoleone appunto per questo motivo.

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    1. Elisabetta

      Ho trovato online dei convertitori fra i due calendari. Non mi ero mai soffermata a considerare che anniversari, date e ricorrenze sono sfalsate rispetto a secoli fa. Non solo per la precessione degli equinozi, ma anche per questo balzello del calendario gregoriano.
      Ma allora anche le date delle morti dei santi e quindi quelle in cui vengono commemorati sono da ritenersi una convenzione e hanno valore simbolico….

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      1. Lucia


        Davvero, Barbara!!

        E a tal fine: Elisabetta, Ago, fornite dettagli su battaglia napoleonica e su convertitore automatico di date, ché son curiosa 😀

        Comunque… sì, Elisabetta ha ragione: tecnicamente, le date che noi festeggiamo oggi sono completamente sfalsate rispetto a quelle di un millennio fa.
        In effetti io trovo molto profonda e significativa l’obiezione che i Protestanti facevano alla riforma gregoriana dal lato religioso e liturgico… perché in effetti è “vera”. Quando si lamentavano che, con la riforma del calendario, i cattolici si sarebbero improvvisamente trovati a osservare le feste di precetto nei giorni sbagliati: è abbastanza vero, se uno vuole fare il pignolo.
        Per tutte le feste fisse, tipo il Natale… embeh. Tecnicamente il nostro 25 dicembre non è lo stesso 25 dicembre di una volta. Qual è il 25 dicembre vero nel quale bisognerebbe andare a Messa? 😅

        Posso ben immaginare che Dio non si turbi molto per questa cosa, ma al tempo stesso capisco molto bene l’orrore incredulo dei Protestanti del ‘500 😉

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        1. Elisabetta

          Ho semplicemente googlato convertitore calendario e…
          https://www.galileo.fr.it/marc/varie/calendario/indice.htm
          Tantissimi altri risultati.

          Trovarmi in accordo coi protestanti è una costante della mia vita…
          In questo caso però credo che il Pontefice abbia fatto la scelta giusta, mettendo mano a un errore di calcolo (diciamo così anche se il termine è sbagliato)e creando un calendario a cui poi tutto il mondo si è dovuto adeguare. È stata una scelta fruttuosa per noi posteri.

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        2. ago86

          “Ma Weyrother non aveva ancora finito. Nel 1805, e con gli stessi alleati, era incaricato di mettere a punto una strategia congiunta per la campagna di Austerlitz. Davvero difficile a credersi, l’austriaco non tenne in alcun conto la differenza di 10 giorni fra il calendario gregoriano usato in occidente e l’antico calendario giuliano ancora in vigore in Russia. I russi, comandati dal feldmaresciallo Kutuzov, arrivarono all’appuntamento sul fiume Inn con 10 giorni di ritardo, mandando all’aria l’intero piano degli Alleati.”

          Tratto da “Il guinness dei fiaschi militari – vol 1” di Geoffrey Regan, pag. 42.

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          1. ago86

            Cito dall’introduzione:

            “La stampa scandalistica ha stranamente taciuto il caso di quel chirurgo che si era addormentato nella fase più delicata di un intervento per l’applicazione di un by-pass. I giornali locali hanno dedicato frettolosa attenzione a quell’autista di autobus che si era fermato per farsi un bagno in pubblico mentre doveva portare sul posto di lavoro i passeggeri a bordo del suo mezzo. E le riviste di settore hanno ignorato quell’architetto che credeva di essere un uccello, e quel ragioniere che la mattina non riusciva ad alzarsi dal letto perché era convinto di avere gambe di vetro che sarebbero andate in frantumi. E di quell’avvocato che credeva di dover partorire un elefante, concepito con un soldato di passaggio, si è parlato con toni increduli, prossimi al ridicolo. Perché mai casi di tanto riprovevole condotta non sono stati adeguatamente portati all’attenzione del pubblico, che invece va tutelato dalle pericolose deviazioni mentali dei professionisti? Semplicemente perché nessuno di questi casi corrisponde a realtà. Gli atti di cui sono accusati il chirurgo, l’autista, l’architetto, il ragioniere e l’avvocato furono in realtà commessi da soldati. E non da soldati comuni, né fuori dal comune, né tantomeno da anonimi individui che hanno avuto breve carriera e di cui si siano rimaneggiate, archiviate e dimenticate le carte. Tutti i casi che abbiamo citato hanno invece avuto come protagonisti comandanti e generali dell’esercito ormai all’apice della carriera militare.”

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          2. ago86

            C’è stata un’edizione italiana, Oscar Mondadori, in due volumi. Purtroppo devi trovarli tra i rivenditori, non sono più ristampati. Io ho penato un bel po’ per trovare tutti e due i libri 😦

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  7. zimisce

    Non solo le Chiese Orientali hanno fatto fatica ad accettare la riforma del calendario, ma c’è chi su questo a fatto uno scisma. Me ne parlava una volta un greco cattolico (non nel senso di greco-cattolico… cioè sì greco-cattolico, ma anche di nazionalità greca… che confusione). Insomma, le diocesi della Chiesa di Grecia che non hanno accettato la riforma del calendario esistono e i loro membri si fanno chiamare “Veri Ortodossi”. Ho trovato su wikipedia una pagina su di loro, ma solo in inglese:

    https://en.wikipedia.org/wiki/Old_Calendarists

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